‘Vietare gli smartphone ai bambini’, la proposta della sottosegretaria fa discutere

La tragica morte di una bambina 10 anni a Palermo, apparentemente frutto di una stupida “challenge” su TikTok (le indagini sono in corso), ha innescato non solo l’intervento del Garante della Privacy, ma anche un dibattito sull’uso degli smartphone e dei social da parte dei minori.

Intervistata dal Quotidiano Nazionale, la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa ha proposto di vietare lo smartphone e l’uso di determinate app sotto una determinata età. “Non ha senso che per guidare l’automobile ci voglia la patente, mentre per usare un cellulare non ci siano limiti in base all’età”, ha spiegato.

Gli smartphone sono potenti come le automobili, se non di più e bisogna fare distinzioni nella possibilità di utilizzo con l’età evolutiva dei ragazzi. Vanno limitate la connessione e certe app: i bimbi non possono passare le notti svegli a chattare. Gli adulti e le istituzioni non sono riusciti a entrare in questo mondo e quindi i più piccoli non sono tutelati“, ha affermato la sottosegretaria.

E se vietare l’uso degli smartphone tout court può apparire eccessivo (demonizzare il mezzo è troppo facile), secondo la Zampa l‘accesso ad alcune app potrebbe passare per l’uso dell’identità digitale (SPID). “Collegare l’iscrizione all’identità digitale Spid è una buona idea. Poi, servono più poteri alla polizia postale e più divieti e sanzioni ai provider. Non bisogna dimenticare la formazione dei genitori, troppo lontani da questi strumenti. E i ragazzi devono conoscere a memoria il codice penale in materia: bisogna istruirli, sapendo cosa rischiano se infrangono la legge”. Infine, aggiunge la sottosegretaria, “sono favorevole a proibire l’uso dello smartphone a scuola: provoca solo distrazione e danni intellettivi. Quando entri, lo consegni, poi lo riprendi all’uscita”.

Il tema è certamente delicato, tanto che nel dibattito si è inserita anche l’associazione Consumerismo No Profit, specializzata in tecnologia, pronta a presentare a Governo e Parlamento una proposta di legge per fissare i paletti con cui i minori accedono alle piattaforme social. “Il problema dell’utilizzo dei social network da parte dei minori può essere risolto solo attraverso misure di contrasto che diano certezze sulla reale età di chi crea gli account sulle varie piattaforme”, spiega Consumerismo. “Il nostro disegno di legge introduce l’obbligo di condizionare sia l’iscrizione che l’interazione sui social network da parte dei minori di anni 14 all’autorizzazione dei genitori, identificati a mezzo identità digitale“.