Vi serve un vecchio supercomputer? Il governo USA ha messo Cheyenne all’asta

Il supercomputer Cheyenne è stato messo all’asta. A curare l’operazione è GSA Auctions, un operatore di aste che si occupa di “smaltire” le eccedenze governative statunitensi.

Il sistema, a poco meno di 2 giorni dalla chiusura dell’asta, ha già raccolto 18 offerte per un totale di circa 100 mila dollari – nel momento in cui scriviamo. Realizzato da Silicon Graphics (SGI), Cheyenne si basa su un sistema SGI ICE XA che conta 4032 unità dual-socket configurate in blade a quattro nodi.

In totale Cheyenne ha quindi 8064 processori, specificatamente degli Intel Xeon E5-2697v4. Si tratta di soluzioni Broadwell che risalgono al 2016, prodotte a 14 nanometri. Al loro interno 18 core / 36 thread capaci di operare a 2,3 / 3,6 GHz (base / boost). Il supercomputer conta quindi un totale di 145.152 core. Il sistema prevede 313 TB di memoria single-rank DDR4-2400 ECC. La potenza di calcolo è pari a 5,34 petaflops, ma per raggiungerla è necessario fornire 1,7 megawatt di potenza.

Le informazioni dell’asta indicano 14 unità E-Cell, ciascuna del peso di 680 chilogrammi. Vengono citate anche 28 unità E-Rack, tutte raffreddate a liquido. I cavi in ​​fibra ottica e CAT5/6 sono esclusi dall’asta, quindi chi si aggiudicherà Cheyenne dovrà provvedere al loro acquisto, e non solo a contattare una società di trasporto che possa spostare il supercomputer in sicurezza.

Gli interessati dovrebbero inoltre tener presente che il sistema è stato messo all’asta “così com’è”, ovvero con una limitata manutenzione. Nei dettagli si indica che l’1% dei nodi ha subito guasti durante gli ultimi sei mesi di funzionamento del supercomputer, attribuiti principalmente a memorie DIMM con errori ECC.

Cheyenne era entrato in servizio nel gennaio 2017 ed è andato in pensione alla fine dello scorso anno, un po’ dopo la data originaria causa pandemia COVID. Un tempo era classificato come il 20° supercomputer più veloce al mondo, mentre la classifica TOP500 dello scorso novembre lo posizionava al numero 160.

“Nel corso della sua vita, Cheyenne ha garantito il servizio per 7 miliardi di ore-core, ha servito oltre 4.400 utenti e ha sostenuto quasi 1.300 progetti NSF“, scrive la University Corporation for Atmospheric Research (UCAR) sulla sua pagina ufficiale. “Forse, la cosa più significativa è che la ricerca svolta su Cheyenne ha generato oltre 4.500 pubblicazioni sottoposte a revisione paritaria, dissertazioni e altri lavori“.