Nel pieno di un’ondata di licenziamenti che ha colpito circa 9.000 dipendenti Microsoft, una dichiarazione pubblica di Matt Turnbull, Executive Producer di Xbox Game Studios Publishing, ha sollevato un acceso dibattito nella community e tra gli addetti ai lavori.
In un post poi rimosso da LinkedIn ma ampiamente condiviso sui social, Turnbull ha suggerito che le persone colpite dai tagli potrebbero utilizzare strumenti di intelligenza artificiale – come ChatGPT o Microsoft Copilot – per affrontare lo stress emotivo e cognitivo legato alla perdita del lavoro. “Questi strumenti possono aiutare a sbloccarsi più velocemente, con più calma e chiarezza”, ha scritto, accompagnando il messaggio con una serie di suggerimenti per prompt da utilizzare, tra cui quelli orientati al career planning, alla creazione di profili LinkedIn, al networking e persino alla “chiarezza emotiva e fiducia in sé stessi”.
Uno dei prompt citati recitava: “Sto lottando con la sindrome dell’impostore dopo essere stato licenziato. Puoi aiutarmi a riformulare questa esperienza per ricordarmi in cosa sono bravo?“. Turnbull ha anche precisato che “nessuno strumento di IA può sostituire la propria voce o la propria esperienza di vita”, ma che questi strumenti possono offrire supporto in un momento di difficoltà.
Nonostante le intenzioni apparentemente positive, il tono del messaggio è stato percepito da molti come fuori luogo, soprattutto considerando che Turnbull non è tra i dipendenti colpiti dai licenziamenti. Le reazioni non si sono fatte attendere: Eric Smith, producer presso ZeniMax Online Studios (anch’esso coinvolto nei licenziamenti), ha risposto con un laconico ma eloquente: “Gesù Cristo, leggi la stanza, amico“. Altri sviluppatori hanno criticato l’idea che un assistente IA possa realmente sostituire il supporto umano in un momento tanto delicato.
Il game designer Paul Murphy ha scritto: “Sono sicuro che state cercando di aiutare, ma WTF (What a fuck, che cavolo, ndr). Avete assunto queste persone una volta. Almeno date loro il rispetto che si sono guadagnati e supponete che abbiano la capacità di scrivere il proprio curriculum”.
Le critiche sono state ulteriormente alimentate dal contesto in cui la dichiarazione è arrivata, ovvero in un momento in cui anche in casa Microsoft si guarda all’IA per accelerare la produttività, riducendo al contempo l’organico. Il settore del gaming non è esente a questa trasformazione.