Un drone italiano per sorvegliare dal cielo il territorio e prevenire gli incendi

Gli eventi climatici stanno diventando sempre più estremi: in questa estate abbiamo visto bombe d’acqua e grandinate da record, accanto a ondate di caldo che hanno favorito la diffusione di estesi incendi. Il controllo del territorio diventa quindi sempre più cruciale e i droni possono giocare un ruolo di primo piano nel monitoraggio e nella prevenzione.

Servizi di soccorso, forze dell’ordine e protezione civile fanno già ampio utilizzo di velivoli multirotore, quelli che generalmente associamo alla parola ‘drone’, spesso in contesti limitati e con raggi di azione non troppo estesi. Per il monitoraggio di ampie porzioni di territorio è certamente più adatta una soluzione ad ala fissa, che può raggiungere velocità, raggi di azione e autonomie decisamente maggiori.

È il caso del nuovo drone italiano Rapier sviluppato dall’azienda toscana Sky Eye Systems (gruppo OMA). In particolare il drone è pensato per operare in scenari di prevenzione degli incendi h24, visto che può essere dotato di una serie di sofisticati sensori, dalle camere elettro-ottiche e infrarossi fino ad un mini-radar ad apertura sintetica (denominato “SkySAR” e sviluppato dalla stessa Sky Eye Systems), capace di operare in condizioni di scarsa visibilità causa fumo e anche di notte.

Sono due le versioni del drone messe a punto dall’azienda. Il “Rapier X-25” ha un peso massimo di 25 kg, che lo fa rientrare nella Classe Mini, un range operativo di quasi 100 km e un’autonomia da 6 a 16 ore a seconda della missione e del sensore imbarcato. Il peso inferiore ai 25 kg, in base alla regolamentazione degli enti aeronautici europeo EASA e italiano ENAC, gli permette di essere utilizzato da un operatore certificato, ma senza richiedere il brevetto di pilota.

La versione “Rapier X-SkySAR”, invece, ha un peso massimo di quasi 30 kg, che lo fa rientrare nella Classe Light, range operativo e autonomia simili al “Rapier X-25”, ma con in più il sensore radar ad apertura sintetica. La versione X-25 è stata già acquistata in due esemplari dall’Aeronautica Militare per missioni di sorveglianza e intelligence.

I droni possono decollare in spazi molto ristretti, grazie a un sistema a catapulta e anche nella fase di atterraggio non richiedono ampi spazi: il rientro è infatti effettuato grazie ad un paracadute e a due grossi airbag, con una procedura completamente automatizzata.

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La società Sky Eye Systems ha sede a Cascina (Pisa) ed è stata fondata nel 2017 da una iniziativa dell’ing. Massimo Lucchesini, già amministratore delegato di Aermacchi e direttore operativo di Alenia Aermacchi, e dalla famiglia Tonti della OMA di Foligno (Perugia), che ne detiene la proprietà, per sviluppare una nuova famiglia di “Small Tactical UAS” (Unmanned Aerial Systems), piccoli droni tattici del peso compreso tra i 25 e i 50 kg.