Ultimo flyby di Venere per NASA Parker Solar Probe, in vista dell’avvicinamento al Sole di dicembre

In questi ultimi mesi il Sole ha “dato spettacolo” con diverse espulsioni di massa ⁣coronale e la comparsa di diverse macchie solari originando sulla Terra aurore boreali e SAR (Stable Auroral Red arch) che hanno colorato il cielo anche a latitudini dove solitamente è difficile vederle. Non si tratta di qualcosa di imprevisto in quanto siamo nel periodo del picco del 25° ciclo solare. Un momento prezioso per studiare la nostra stella grazie a missioni come la NASA Parker Solar Probe.

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Questa sonda è stata pensata per avvicinarsi il più possibile al Sole per raccogliere informazioni e comprenderne meglio fenomeni e struttura. Intorno alla metà di quest’anno la sonda aveva raggiunto una distanza di “soli” 7,26 milioni di km e ora si sta preparando per un altro avvicinamento.

Il 6 novembre 2024 NASA Parker Solar Probe ha effettuato l’ultimo passaggio ravvicinato di Venere, arrivando a soli 376 km dalla superficie del pianeta. Questa manovra è cruciale per il successivo obiettivo: portare la sonda a una distanza record di 6,21 milioni di chilometri dal Sole, più vicino di qualsiasi altro oggetto costruito dall’essere umano.

NASA Parker Solar Probe e lo studio di Venere

Pur concentrandosi sullo studio del Sole, grazie agli strumenti di NASA Parker Solar Probe è stato possibile anche raccogliere dati su Venere. Lo strumento WISPR (Wide Field Imager for Solar Probe), originariamente progettato per studiare il vento solare, ha rivelato una capacità sorprendente: vedere attraverso le dense nubi venusiane. Durante il sorvolo del luglio 2020, gli scienziati hanno scoperto che WISPR poteva osservare la superficie del pianeta attraverso le sue spesse nubi, grazie all’intensa radiazione termica emessa dalla superficie rovente di Venere, che raggiunge i 465°C.

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Le immagini catturate hanno fornito una nuova prospettiva sulla superficie venusiana, confermando i dati raccolti dalla sonda Magellan negli anni ’90, ma aggiungendo anche nuovi interrogativi. Alcune aree appaiono più luminose del previsto, suggerendo possibili variazioni nella composizione chimica del suolo o differenze nell’età delle colate laviche. Grazie al confronto tra le immagini del 2020 e quelle del 2024 sarà possibile fare nuove ipotesi.

Il momento più emozionante della missione NASA Parker Solar Probe sarà però il 24 dicembre 2024, quando raggiungerà la minima distanza dal Sole. In questa fase critica, la sonda si troverà in una posizione unica per studiare i pennacchi di plasma solare e potenzialmente attraversare un’eruzione solare. Durante questo momento cruciale, la sonda sarà temporaneamente fuori contatto con la Terra, confermando il suo stato solo il 27 dicembre con l’invio di un segnale verso il nostro Pianeta.