ULA e NASA hanno provato con successo lo scudo termico gonfiabile LOFTID

Qualche giorno fa abbiamo scritto di come la NASA sia interessata a nuove tecnologie per quanto riguarda componenti critici quali gli scudi termici. In particolare sta sviluppando uno scudo termico gonfiabile chiamato LOFTID (che significa Low-Earth Orbit Flight Test of an Inflatable Decelerator) che potrebbe portare diversi vantaggi alle future missioni interplanetarie ma anche a quelle che si svolgono in orbita bassa terrestre (con o senza equipaggio).

Siamo ancora lontani da un modello che possa effettivamente essere impiegato in missioni operative, ma l’agenzia sta comunque portando avanti la sperimentazione non solo in laboratorio ma anche “sul campo”. Quale migliore opportunità del lancio di un satellite per sfruttare “un passaggio verso lo Spazio” e così poter rientrare verso la superficie per capire se effettivamente l’idea potrà essere sviluppata. Ecco quindi che LOFTID era a bordo di un razzo Atlas V (modello 401) insieme al satellite Joint Polar Satellite System (JPSS)-2.

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La NASA prova uno scudo termico gonfiabile chiamato LOFTID

Quando erano le 10:49 di oggi (ora italiana) il razzo Atlas V realizzato da ULA è decollato dalla Vandenberg Space Force Base (Space Launch Complex 3) per portare in orbita i due carichi utili. La priorità era data al satellite JPSS-2 del NOAA, ma molta attenzione è stata riservata a LOFTID una volta che il primo si è separato correttamente dal secondo stadio (Centaur).

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In particolare lo scudo termico gonfiabile era ripiegato all’interno di un contenitore fissato sulla sommità del secondo stadio e sotto al satellite (così che quest’ultimo potesse essere rilasciato per primo). Una delle particolarità di questa idea è proprio quella di ridurre le dimensioni complessive quando non in uso ripiegandosi su sé stesso. Con questa strategia è stato quindi possibile inserire LOFTID, che ha diametro di 6 metri quando aperto, all’interno di fairing decisamente più piccoli avendo diametro massimo di 4 metri.

JPSS-2 è stato rilasciato correttamente dopo 28 minuti dal decollo in un’orbita eliosincrona a 800 km di quota. Lo scudo termico gonfiabile, ancora richiuso, è stato invece sganciato da Centaur dopo circa 75 minuti dal lancio. Questo tempo è stato utilizzato per due accensioni del motore dello stadio superiore per permettere a LOFTID di avere la giusta traiettoria. Inoltre, per migliorare la stabilità durante la discesa verso la superficie a LOFTID è stata impressa una rotazione di 3 rpm.

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Lo scudo termico gonfiabile è ammarato nell’Oceano Pacifico vicino alle Hawaii dopo 2 ore e 13 minuti dal decollo (frenato nella sua discesa da un paracadute). Un’imbarcazione ha recuperato LOFTID dalle acque così da poter condurre le analisi necessarie. Essendo un test non era presente un vero e proprio carico utile, ma una serie di sensori per registrare diverse tipologie di dati. In futuro le missioni umane e non potranno così contare su scudi termici più leggeri e meno ingombranti (quando non gonfiati) permettendo una migliore gestione del carico utile, una migliore efficienza dei razzi e salvaguardando le vite degli astronauti (soprattutto pensando a missioni come quelle verso Marte).

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