La Stazione Spaziale Internazionale è l’avamposto dell’umanità nell’orbita bassa terrestre e la sua vita operativa è stata prolungata di diversi anni, ma avrà presto una fine. Le principali agenzie che cooperano per le operazioni di bordo come NASA (USA), JAXA (Giappone), ESA (Europa) e CSA (Canada) avrebbero intenzione di arrivare fino al 2030 per poi effettuare un deorbiting sicuro nel 2031. Uno dei partner strategici è però la Russia con l’agenzia statale Roscosmos che non sembrava particolarmente incline a estenderla per così tanto tempo.
Sin dal periodo nel quale Dmitry Rogozin era direttore generale dell’agenzia spaziale russa si erano rincorse dichiarazioni che volevano la Russia e Roscosmos fuori dal progetto della ISS dopo il 2024. Anche il suo successore, Yuri Borisov, aveva dichiarato in passato che la Russia si sarebbe potuta ritirare dopo quell’anno per concentrarsi sulla costruzione della stazione spaziale russa ROSS. In tempi più recenti invece c’erano state alcune aperture fino all’arrivo di una dichiarazione a febbraio 2023.
La Stazione Spaziale Internazionale e l’estensione della vita operativa
Nella giornata del 27 aprile la NASA ha comunicato ufficialmente che c’è un accordo tra tutti i partner strategici (quindi compresa Roscosmos) per un prolungamento della vita operativa della ISS almeno fino al 2028. Si tratta quindi di un accordo che quindi evita una situazione di instabilità post-2024, pur non arrivando fino al 2030, come sperato da NASA, CSA, JAXA ed ESA.
Nel comunicato si legge che “i partner della Stazione Spaziale Internazionale si sono impegnati a estendere le operazioni di questa piattaforma unica nell’orbita terrestre bassa dove, per più di 22 anni, gli esseri umani hanno vissuto e lavorato a beneficio dell’umanità, conducendo scienza e ricerca all’avanguardia in condizioni di microgravità”.
Tranne Roscosmos, le altre agenzie spaziali hanno comunque intenzione di proseguire fino al 2030 mentre “la Russia ha confermato che sosterrà il proseguimento delle operazioni della stazione fino al 2028”. Lo scopo principale della NASA è quello di riuscire a dare tempo ai propri partner commerciali di realizzare e mettere in orbita le nuove stazioni spaziali commerciali così da assicurare che ci saranno sempre astronauti (occidentali) nello Spazio in maniera continuativa anche dopo la dismissione della Stazione Spaziale Internazionale.
La vita operativa della ISS è iniziata nel 1998 e al suo interno (considerando anche la sua espansione con nuovi moduli) sono stati presenti 266 astronauti e cosmonauti di 20 nazioni diverse. Sempre nel comunicato si legge che si tratta di un sistema che “è stato progettato per essere interdipendente, si basa sui contributi di tutta la partnership per funzionare e nessun partner ha attualmente la capacità di far funzionare la stazione spaziale senza l’altro”.
Proprio per questo motivo la NASA ha sempre spinto affinché Roscosmos rimanesse come partner nella cooperazione evitando così problematiche tecniche dovute al suo abbandono. Anche la scelta di realizzare un modulo ad hoc per il deorbiting sicuro nel 2031 deve essere vista in un’ottica di sicurezza anche nel caso la Russia dovesse ritirarsi prima del tempo (visto che il deorbiting sarebbe effettuabile grazie alle capsule Soyuz e Progress che potrebbero non essere più presenti a quel tempo).