Le FER stanno guadagnando terreno e ricoprono ogni anno di più una posizione di rilevo nella produzione di energia elettrica: l’ultimo aggiornamento in questo senso arriva dagli Stati Uniti – una delle nazioni più energivore del Pianeta – dove l’ultimo “Energy Infrastructure Update for May 2023” [Aggiornamento delle infrastrutture energetiche] del Federal Energy Regulatory Commission (FERC) ha riportato che il vento rappresenta ora l’11,63% della capacità di generazione totale installata, mentre il solare su scala industriale fornisce un altro 6,86%.
I dati sono aggiornati al 31 maggio 2023.
A tre anni da oggi – quindi fine maggio 2026 – FERC prevede “aggiunte ad alta probabilità” di energia solare per fornire altri 80.087 megawatt (MW), mentre l’eolico dovrebbe espandersi di 19.816 MW.
Prendendo per buona questa previsione, il futuro scenario energetico statunitense vedrebbe l’energia eolica coprire il 12,43% della capacità installata e il solare (sempre su scala industriale) un ulteriore 12,41%. Dal calcolo restano esclusi i piccoli impianti solari domestici, a loro volta in costante aumento.
FERC ha poi sottolineato quanto, in realtà, la sua sia una stima al ribasso: la quota FER eolico-solare potrebbe concretamente essere “sostanzialmente più alta”. L’agenzia ha sottolineato che la quantità di energia eolico-solare nella pipeline triennale potrebbe essere quasi tre volte superiore al totale.
Questa prospettiva vedrebbe, quindi, il solare aggiungere fino a 214.022 MW di generazione in più, mentre l’eolico 66.065 MW.
A sostenere questa ipotesi c’è l’esponenziale tasso di crescita delle due FER, registrato puntualmente da FERC: un anno fa, infatti, l’agenzia aveva ipotizzato uno sviluppo (sempre su un lasso di tempo triennale) di 18.711 MW di capacità aggiuntiva eolica e 62.835 MW di capacità solare. L’ultima previsione triennale della FERC per quelle fonti è ora superiore del 22,5%.
Il direttore esecutivo della campagna SUN DAY, Ken Bossong, che ha esaminato e analizzato gli ultimi dati di FERC, ha commentato:
“Eolico e solare sono ora pronti a fornire ciascuno un ottavo della capacità di generazione installata della nazione entro tre anni, mentre tutte le rinnovabili insieme rappresenteranno oltre un terzo.
Ma alla luce dei tassi di crescita delle energie rinnovabili degli ultimi anni, questi numeri potrebbero benissimo rivelarsi sottostimati“.
Riguardo allo sviluppo di impianti eolici onshore – quindi sulla terra ferma – negli Stati Uniti, qualche mese fa avevamo parlato della ricerca, ad opera della scienziata Anna-Katharina von Krauland, della Stanford University, per un atlante che individuasse i punti migliori dove installare parchi eolici.
L’approfondito studio (che la von Krauland ha fatto anche per l’India) aveva fatto risaltare come, sfruttando unicamenteil potenziale dell’eolico onshore, gli Stati Uniti non solo produrrebbero abbastanza energia pulita da alimentare le proprie attività (civili, industriali, e così via) ma avrebbero anche un esubero energetico da vendere ai propri vicini.