Negli Stati Uniti si profila un nuovo caso “Huawei”: diverse agenzie e dipartimenti del Governo federale hanno chiesto ufficialmente al Dipartimento del Commercio di vietare la vendita e la distribuzione dei router TP-Link su tutto il territorio nazionale. L’accusa è quella di rappresentare un potenziale rischio per la sicurezza nazionale, in quanto l’azienda, pur operando nel Paese tramite TP-Link Systems con sede a Irvine (California), mantiene legami con la casa madre cinese TP-Link Technologies. Del caso si parla da mesi, e il clima dello scontro sta salendo di temperatura.
Secondo fonti citate dal Washington Post, il timore delle autorità riguarda la possibilità che i dispositivi TP-Link – router, Wi-Fi extender, videocamere Tapo e prodotti smart home – possano essere utilizzati da Pechino per accedere ai dati dei cittadini americani. La legge cinese obbliga infatti aziende e cittadini a collaborare con il governo in caso di richiesta d’informazioni o supporto tecnico, anche se operano all’estero.

In pratica, se il governo cinese dovesse chiedere a TP-Link l’accesso ai dati o l’apertura di una backdoor, la società non potrebbe rifiutare. È lo stesso principio che ha portato, anni fa, al bando dei prodotti Huawei negli Stati Uniti.
Tuttavia, non esistono ad oggi prove concrete di accessi ai dati o attività di spionaggio compiute attraverso i dispositivi TP-Link. Il provvedimento, se approvato, avrebbe quindi carattere preventivo. Il Dipartimento del Commercio può ancora decidere di sospendere la misura o di negoziare un accordo con l’azienda per garantire la completa indipendenza tecnologica dalla Cina.
TP-Link, da parte sua, respinge con forza le accuse. Il portavoce Jeff Seedman definisce “insensate” le ipotesi di spionaggio e sostiene che “qualsiasi azione contro TP-Link Systems non avrebbe alcun impatto sulla Cina, ma finirebbe per danneggiare una compagnia americana”.
La società ricorda di aver avviato nel 2024 la separazione formale tra la sede statunitense e quella cinese, processo completato nell’estate 2025. Oggi TP-Link Systems è registrata come entità indipendente e afferma che solo ingegneri americani possono rilasciare aggiornamenti software per il mercato USA.
Con una quota di mercato stimata fra il 36% e il 50%, TP-Link è il marchio di router domestici più diffuso negli Stati Uniti. Un eventuale divieto di vendita avrebbe quindi effetti significativi sia per i consumatori sia per il mercato, oltre a riaccendere la tensione tra Washington e Pechino.