Satya Nadella (CEO Microsoft) sul remote working: “Utile, ma è in pericolo il capitale umano”

La diffusione della pandemia COVID-19 ha velocemente causato profonde modificazioni alle abitudini quotidiane, sia private sia lavorative. In quest’ultimo caso in particolare le aziende di tutto il mondo si sono trovate nella situazione di dover passare rapidamente ad un regime di lavoro non in sede, sia esso remote working o smart working che dir si voglia. Quello del lavoro a distanza è un tema che tende a dividere: se da un lato abbiamo realtà come Twitter che consentirà ai propri dipendenti di poter continuare a lavorare da remoto in maniera permanente, dall’altra abbiamo una personalità come Reed Hastings, CEO di Netflix, che considera il lavoro da remoto come una esperienza totalmente negativa.

Sul tema si è espresso anche Satya Nadella, CEO di Microsoft, in occasione dell’evento virtuale CEO Council Summit organizzato dal Wall Street Journal, condividendo le proprie posizioni riguardanti i software di videoconferenza, il lavoro a distanza e sul fatto che le riunioni online non sono coinvolgenti come quelle di persona.

Il CEO di Microsoft si pone apparentemente a metà strada tra Twitter e Netflix, sottolineando l’importanza di non essere “eccessivamente dogmatici” e di abbracciare la flessibilità come approccio più premiante in questa nuova normalità. Tuttavia Nadella ha colto l’occasione per sottolineare una serie di aspetti problematici del lavoro a distanza.

Il CEO di Microsoft ha ad esempio citato alcuni studi che hanno evidenziato come le videconferenze possano essere particolarmente onerose in termini di energie spese: “Trenta minuti di meeting video di primo mattino sono estenuanti per via della concentrazione che si deve avere in video”. Secondo il CEO di Microsoft stare in ufficio ha tutt’altro genere di vantaggi, perché “il lavoro avviene prima e dopo le riunioni”, mentre le riunioni video sono di natura più “transazionale” con team che da remoto cercano solo di assicurarsi che tutti siano allineati.

Nadella condivide poi una considerazione sul confine tra la vita lavorativa e quella domestica che il lavoro da remoto ha suo malgrado contribuito a sfumare in modo significativo, e su come la pandemia gli abbia insegnato il vero valore del passaggio tra attività lavorative e personali: “Come si svolge il passaggio? Ceni con la tua famiglia o sei incastrato per un altro incontro? In un certo senso c’è bisogno di ancora più attenzione verso la tua tabella di marcia quotidiana, in modo da riservarsi davvero quei momenti di passaggio”.

Un altro problema che il CEO di Microsoft rileva nel regime di lavoro da remoto è nel processo di inserimento di un nuova risorsa, che diventa molto più difficile quando i nuovi dipendenti lavorano da casa sia in termini di formazione della risorsa, sia in termini di contatto con i colleghi e opportunità di nuove conoscenze: “Stiamo bruciando capitale umano? Che ne è di tutti quegli incontri che si fanno al lavoro e fuori dal lavoro? Come è possibile recuperarli?” si chiede Nadella.

Nadella riconosce però che in questo modo riesce a “fare il giro del mondo più volte al giorno”, incontrando virtualmente partner, colleghi e clienti. “E’ un approccio che è giusto usare quando ci permette di fare cose in maniera più rapida ed efficiente, ma credo che sia un po’ eccessivo pensare che sia ora l’unico modo di fare le cose” ha commentato.