Tra le società che sembravano pronte a competere con SpaceX nel settore dei lanci spaziali era presente anche Relativity Space che prometteva di realizzare razzi spaziali costruiti quasi esclusivamente attraverso tecniche di stampa 3D, ottimizzando ogni componente e puntando sull’abbattimento dei costi complessivi. Con il fallimento del progetto Terran 1, la società statunitense ha deciso di cambiare i propri piani e puntare direttamente al più grande e complesso razzo spaziale Terran R modificandone però alcuni aspetti e riducendo l’utilizzo di stampa 3D e affidandosi anche a tecnologie tradizionali e partnership con altre realtà (come per i fairing, realizzati dalla svizzera Beyond Gravity).
Nelle scorse ore Relativity Space ha annunciato di avere un nuovo CEO, Eric Schmidt, nome noto in quanto in passato era stato anche CEO di Google oltre a essere impegnato in altre società tecnologiche. L’ex-CEO Tim Ellis, co-fondatore della società statunitense, è rimasto all’interno del consiglio di amministrazione.
Contemporaneamente a questo cambio ai vertici, Relativity Space ha anche annunciato le novità relative a Terran R completando la revisione critica del veicolo alla fine dello scorso anno e iniziando a realizzare l’hardware destinato a volare effettivamente sulla prima unità che inaugurerà l’utilizzo di questo vettore pesante. La società punta a utilizzare Terran R per lanciare satelliti dedicate alle future costellazioni di satelliti per le comunicazioni sviluppate da altre realtà.
Questo razzo spaziale sarà alto 86,6 metri con un diametro di 5,4 metri. Secondo quanto riportato dovrebbe riuscire a portare fino a 23,5 tonnellate in LEO con riutilizzo del primo stadio o 33,5 tonnellate senza recupero e 5,5 tonnellate in GEO. Alla base del primo stadio ci saranno 13 propulsori Aeon R dei quali 9 saranno dotati di gimbal mentre il secondo stadio sarà dotato di 1 propulsore Aeon R Vac ottimizzato per il vuoto. Saranno presenti quattro alette mobili per permettere di indirizzare il primo stadio verso il sito di atterraggio (compresa una droneship) e quattro supporti per l’atterraggio.
I propulsori Aeon R utilizzano diverse parti realizzate con la stampa 3D e sono alimentati a metano e ossigeno liquidi criogenici. Relativity Space ha dichiarato di aver aggiornato il software di controllo dei propulsori e di aver eseguito test estesi che porteranno presto alla fine dello sviluppo di questa soluzione puntando così a integrarli con il resto dell’hardware e quindi permettere il primo lancio di prova.
La società ha anche dichiarato che sta continuando a utilizzare le strutture della NASA per i test dei motori (come quelle del centro Stennis) mentre la torre di lancio del Launch Complex 16 di Cape Canaveral è in fase di costruzione. Stando alle ultime informazioni ufficiali Relativity Space ha intenzione di lanciare Terran R a partire dalla fine del 2026 e ha già siglato in passato dei contratti con Intelsat e OneWeb mentre altri potrebbero aggiungersi con il proseguo del progetto, anche grazie alle capacità nell’amministrazione di Schmidt che potrebbe far tornare “in carreggiata” la società.