Per City One, la “Panda elettrica tedesca”, la fine sembra essere arrivata ancor prima dell’inizio

Solo qualche settimana fa ACM (Adaptive City Mobility) aveva reso noto che la società versava in una grave situazione finanziaria, tanto da presentare istanza di insolvenza. Nonostante le dichiarazioni del fondatore, intenzionato a portare avanti il progetto, sembra che l’investitore Karl-Thomas Neumann non riponga le stesse speranze.

ACM

Paul Leibold, fondatore della società, ha infatti dichiarato al giornale Spiegel: “Non ci arrenderemo così facilmente” e poi “riceviamo incessanti richieste da parte dei clienti di tutto il mondo”. Laibold quindi ancora adesso sembra credere profondamente nel proprio progetto. D’altronde la City One è il risultato di ben 6 anni di lavoro, che ha ricevuto un’accoglienza estremamente positiva da parte di consumatori e critica. L’idea di una city car modulare, che può trasformarsi in veicolo commerciale o aumentare la propria autonomia grazie ai pacchi batteria rimovibili è senza dubbio un progetto ambizioso quanto interessante. Tuttavia, pare che gli sforzi alla ricerca di potenziali investitori non abbiano prodotto i risultati sperati, a fronte di cifre necessarie per la produzione su vasta scala a dir poco ingenti che non sono state raggiunte.

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Nonostante l’ottimismo di Leibold, infatti, Neumann sembra essere di avviso diametralmente opposto. “Non si può sempre vincere” scrive l’investitore che ormai non vede alcuno spiraglio per portare a compimento il progetto. Sembra quindi che la “Panda elettrica tedesca”, una soluzione che si proponeva di estendere l’accesso alla mobilità elettrica a tutti, anche nei paesi in via di sviluppo, non vedrà mai la luce. “Siamo insolventi da troppi mesi ormai” ha dichiarato Neumann. “Abbiamo lavorato duramente negli ultimi mesi per cercare di tirare fuori ACM dall’insolvenza e riuscire a salvare questo grande concetto. Non ci siamo riusciti, quindi tutto ciò che posso fare è cancellare questo investimento”. Una storia davvero triste per la piccola tedesca che ha fatto sperare un po’ tutti in una grande rivoluzione nel settore dell’automotive.