NVIDIA starebbe pressando i propri partner per impedirgli di produrre schede video Intel

Da alcune ore sta circolando in rete un messaggio inviato su Telegram da PRO Hi-Tech, il quale sostiene che NVIDIA stia facendo pressione sui propri partner per convincerli a non produrre schede video a marchio Intel. Secondo quanto riportato, NVIDIA avrebbe detto ad alcuni dei suoi affiliati che non fornirà i propri chip se dovessero stringere accordi anche con Intel.

Un uccellino mi ha detto che Intel sta cercando nuovi partner con cui proporre le sue GPU di prossima generazione, naturalmente in Cina. Ma non appena si sono rivolti ai produttori del primo scaglione che conosciamo bene e noto per le soluzioni NVIDIA, quest’ultima avrebbe iniziato a minacciare i suoi partner che se avessero stretto accordi con Intel, allora non avrebbe più collaborato con loro e non gli avrebbe fornito i suoi chip” cita il messaggio.

Va chiarito che si tratta esclusivamente di speculazioni e non sappiamo quanto ci sia di vero in queste dichiarazioni. Per quanto NVIDIA abbia più volte proposto strategie aggressive nell’ambito della concorrenza con AMD, chiudere completamente la collaborazione con alcuni dei maggiori produttori delle sue GPU appare come una mossa poco praticabile anche per l’azienda di Santa Clara.

Tuttavia, non va comunque trascurata l’influenza che NVIDIA ha sui propri partner, emersa già in passato attraverso peculiari accordi fortemente criticati. Nel 2018, infatti, l’azienda lanciò un’iniziativa chiamata GeForce Partnership Program che puntava a rendere ancora più profonda la collaborazione con alcuni dei più grandi marchi nel settore hardware.

Nulla di particolare, se non fosse che il programma richiedeva che le soluzioni GeForce ottenessero una gamma dedicata separata dai prodotti della concorrenza. Per soddisfare la richiesta, ASUS rimosse il marchio ROG da tutte le soluzioni AMD e lanciò il marchio AREZ che probabilmente in pochi ricorderanno.

Questo perché le richieste di NVIDIA furono aspramente contestate e definite anticoncorrenziali. A quel punto, NVIDIA scelse di fare un passo indietro e chiudere l’iniziativa. Seppur senza seguito, l’episodio fu piuttosto emblematico e fece emergere la capacità di NVIDIA di orientare le scelte dei suoi partner.

Certo, inutile dire che l’idea di un terzo competitor in grado di strapparle quote di mercato non entusiasma NVIDIA, ma un’azione simile lascia molti dubbi. Al momento, la società non ha commentato le voci emerse, ma quasi sicuramente arriverà una risposta per chiarire la posizione del chipmaker.