Nuove richieste dall’Italia per l’ingresso della cinese Dongfeng: garanzie su sicurezza informatica e protezione dati

L’Italia sta negoziando con il gruppo automobilistico cinese Dongfeng Motor Group Co. l’apertura di un nuovo impianto nel nostro paese, e l’adozione di stringenti misure di sicurezza informatica e protezione dei dati sarebbe ora al centro delle trattative, secondo quanto riporta Bloomberg. Le autorità italiane hanno espressamente chiesto che i dati dei consumatori siano raccolti e gestiti all’interno dei confini nazionali, per garantire il rispetto delle normative europee in materia di privacy e sicurezza.

Il governo Meloni vede l’ingresso di un grande produttore cinese come un’opportunità per rilanciare un’industria automobilistica in declino, ma solo a condizione che vengano rispettati gli elevati standard di sicurezza occidentali. Come sottolineato da Stefano Aversa, presidente per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa di AlixPartners, “L’arrivo di un costruttore cinese in Italia potrebbe ridare vita a un mercato stagnante, a patto che i fornitori locali abbiano un ruolo cruciale nella fornitura di componenti e nella garanzia degli standard di sicurezza occidentali”.

Tra le altre richieste avanzate dall’Italia, vi è l’obbligo per Dongfeng di approvvigionarsi localmente per almeno il 45% dei componenti di ogni vettura prodotta. Questa condizione non solo favorirebbe l’industria locale, ma renderebbe Dongfeng idoneo a ricevere incentivi pubblici per centinaia di milioni di euro.

Dongfeng

Il governo italiano, che non ha voluto rilasciare commenti ufficiali sulle trattative in corso, è impegnato a incrementare la produzione automobilistica nazionale, con l’obiettivo di raggiungere un milione di veicoli all’anno entro il 2030. Nel 2023, la produzione si è attestata a 880.000 unità, un dato in calo rispetto agli 1,14 milioni di veicoli del 2017 e ben al di sotto degli 1,74 milioni del 2000.

In questo contesto, l’interesse di Dongfeng per l’Italia potrebbe rappresentare un’opportunità molto importante per il nostro paese, anche perché questa mossa si inserisce nella più ampia strategia volta a ricostruire i rapporti con la Cina dopo l’uscita dall’iniziativa Belt and Road, ovvero la cosiddetta “nuova via della seta”, di Xi Jinping.

Inoltre, il nostro governo sta valutando attentamente l’opportunità anche alla luce delle recenti decisioni di Stellantis, che ha manifestato l’intenzione di spostare parte della produzione in paesi con costi di produzione più bassi. Stellantis, che ha già una partnership con Dongfeng in Cina, ha recentemente venduto alcune delle proprie attività al colosso cinese.