Il debutto di Nintendo Switch 2 rappresenta un passaggio cruciale per l’azienda giapponese. Se il primo modello aveva sorpreso inaugurando un nuovo segmento di mercato con una console portatile ibrida, questa seconda generazione si trova di fronte a uno scenario più complesso, con la presenza di rivali agguerriti e prodotti emergenti, come gli handheld PC basati su Windows.
Tra le novità più attese, la modalità “mouse” per i Joy-Con punta a offrire maggiore versatilità, segnale di un’attenzione crescente all’esperienza utente. Questa funzionalità prevista per i Joy-Con permette di utilizzarli in modo simile a un puntatore di mouse su schermo. Questa modalità consente una maggiore precisione e flessibilità, soprattutto in giochi che richiedono selezioni rapide o movimenti precisi, come strategici in tempo reale, gestionali o, più in generale, esperienze basate su interfacce complesse.
In pratica, i Joy-Con possono essere impiegati per controllare un cursore, con l’obiettivo di ampliare le possibilità di interazione con il software e migliorare la compatibilità con titoli che sfruttano interfacce grafiche dettagliate. Questa funzionalità potrebbe rivelarsi particolarmente utile anche in modalità docked, quando Switch 2 è collegata alla TV, perché destinata a offrire un controllo più naturale e immediato rispetto ai metodi tradizionali.
Da un altro punto di vista, tuttavia, il design della console e le sue dimensioni suscitano opinioni contrastanti: mentre alcuni apprezzano l’ergonomia migliorata, altri rimpiangono la vivacità dei modelli precedenti, come la versione OLED. Questo elemento potrebbe influenzare la percezione del pubblico, particolarmente legato all’identità visiva dei prodotti Nintendo.
La vera forza di Switch 2, però, risiede altrove. Come sempre, il catalogo di titoli esclusivi giocherà un ruolo fondamentale, attirando un pubblico affezionato a franchise iconici come Mario Kart (già rivelato il nuovo capitolo) e The Legend of Zelda. A differenza degli handheld PC, spesso percepiti come meno immediati, la console di Nintendo mantiene un punto fermo: la semplicità. Accendi, gioca e non preoccuparti di configurazioni o compatibilità, il che fa la differenza al punto che in moltissimi la considerano come un prodotto appartenente a un segmento di mercato diverso.
Nonostante il mercato PC handheld stia cercando di catturare parte dell’utenza console, offrendo design simili e una maggiore flessibilità, Switch 2 si posiziona come un’alternativa più accessibile e orientata al gaming puro. Inoltre, l’esperienza di gioco su smartphone, sebbene in crescita, non sembra minacciare direttamente una console che si basa su un’identità ben definita e un ecosistema proprietario solido. Al tempo stesso, è inevitabile constatare che il gaming su smartphone sta attirando tempo e risorse economiche di moltissimi utenti che tradizionalmente erano legati al mondo console.
Il punto è che mentre Switch – che, lo ricordiamo, rimane una delle console più vendute di sempre – andava a colpire in un segmento vuoto; anzi, andava a definire un mercato completamente nuovo, oggi si trova a competere con rivali agguerriti. Con le aziende taiwanesi che stanno velocemente migliorando le proprie soluzioni basate su Windows 11, potrebbero esserci pochi motivi – esclusive a parte – per preferire Nintendo Switch a una delle varie Asus Rog Ally, MSI Claw, Legion Go, Steam Deck. I vari produttori taiwanesi si stanno dedicando a migliorare questi dispositivi, e lo stanno facendo con particolare dedizione. Poi è vero che non lavorano bene come Nintendo, perché non hanno mai raggiunto quel livello di qualità nella produzione, e neanche nella comunicazione. E al tempo stesso è vero che Windows 11 non è stato concepito alla base come un sistema operativo per macchina da gioco portatile, e questo comporta una serie di limitazioni in termini di compatibilità e adattabilità dei giochi al sistema di controllo, oltre che di esperienza d’uso generale su uno schermo più piccolo rispetto a quello di una postazione fissa.
La storia di Microsoft Xbox, al contempo, dovrebbe fungere da monito. Con Microsoft che sta reindirizzando molte delle risorse che inizialmente ha stanziato sulle sue console, al suo ecosistema, a Windows e al PC gaming, sembra che il mercato console non abbia più quello spazio di cui beneficiava un tempo. Microsoft potrebbe essere la prima a rinunciare alla sua console domestica. In altri termini, siamo sicuri che l’idea della console esclusivamente dedicata al gaming non sia ormai da considerare come un’idea del passato?
O, perlomeno, in un mercato che si ridimensiona, non c’è più spazio per un gran numero di rivali. Xbox potrebbe lasciare e Switch 2 incontrare difficoltà a vendere in volumi, soprattutto dopo che il suo form factor è stato preso ad esempio da chi da una vita opera nel settore PC. Allo stesso tempo, non si può trascurare che PlayStation 5 macina vendite, e attira moltissimi utenti che sono interessati a portarsi a casa un sistema molto performante a un costo che è una frazione rispetto a quello che servirebbe per dotarsi di un equivalente postazione PC. Con il cloud gaming che potrebbe erodere un’altra porzione di mercato agli hardware fisici, considerando che sta colmando il divario prestazionale rispetto all’elaborazione in locale, per le console potrebbe esserci sempre meno spazio.
Per concludere, il prezzo giocherà un ruolo cruciale. Se il posizionamento rimarrà intorno ai 400 euro (o più auspicabilmente 300, come l’attuale), Switch 2 potrebbe conquistare non solo i fan storici, ma anche quella fascia di pubblico indecisa tra console e handheld PC. Il confronto con il modello originale sarà inevitabile: il successo della nuova console dipenderà dalla capacità di mantenere viva l’essenza che ha reso Switch un fenomeno, adattandola alle esigenze di un mercato sempre più frammentato e competitivo.