Neuralink è sotto indagine per maltrattamenti sugli animali

Neuralink, la società di Elon Musk che sta lavorando allo sviluppo di un’interfaccia “brain-computer” è oggetto di indagine da parte del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America per possibili maltrattamenti sugli animali. Tutto nasce dalle accuse di alcuni dipendenti secondo le quali la società avrebbe commesso abusi sugli animali conducendo attività di ricerca in maniera superficiale e sbrigativa, con interventi chirurgici sommari anche a causa delle strette scadenze imposte da Musk. 

E’ l’agenzia stampa Reuters a riportare i dettagli della vicenda, specificando che l’indagine si concentra sulle possibili violazioni dell’Animal Welfare Act che negli USA norma il trattamento degli animali coinvolti in attività di ricerca. Neuralink è già stata oggetto di ispezioni precedenti, tutte superate, da parte del Dipartimento dell’Agricoltura.

Nel corso dei mesi passati sono state sollevate accuse simili contro Neuralink, a cui la società aveva risposto con un intervento sul proprio blog, ma questa volta il Dipartimento dell’Agricoltura ha deciso di muoversi poiché le segnalazioni sono arrivate ad opera di dipendenti della società, i quali hanno affermato come l’approccio frettoloso abbia portato a sofferenze inutili degli animali prima della loro soppressione

Dalle informazioni disponibili emerge, per esempio, uno studio del 2021 in cui 25 maiali su 60 avessero impiantati chirurgicamente nel cranio dispositivi di dimensioni sbagliate. Si sarebbe trattato di un incidente evitabile se alle attività di ricerca fosse stato concesso il tempo necessario per pianificare e condurre lo studio con la dovuta attenzione. In un altro episodio sono stati impiantati due dispositivi in una posizione non corretta, anche in questo caso per via di un lavoro condotto sotto la pressione di tempistiche poco generose.

Reuters indica altre vicende, che in generale sembrano ricondursi alla stessa causa prima: la pressione di Musk per uno sviluppo e un progresso più rapido dei lavori. Secondo quanto raccolto da Reuters, tali incidenti sarebbero stati evitabili in un ambiente di lavoro messo meno sotto pressione. Nel complesso sarebbero circa 1500 gli animali soppressi dal 2018, tra cui maiali, scimmie e oltre 280 pecore.