NASA Dragonfly: la missione per Titano atterrerà nella zona del cratere Selk

Anche se in questo periodo la nostra attenzione sui droni che volano nei cieli di altri mondi è catturata da NASA Ingenuity, l’agenzia spaziale statunitense sta guardando al futuro e in particolare al Sistema Solare esterno. La missione NASA Dragonfly è tra le più ambiziose e punterà in direzione della luna di Saturno, Titano.

nasa dragonfly

Anche in questo caso si tratterà di un drone, ma vista la differenza con l’atmosfera di Marte, il nuovo dispositivo avrà un design e specifiche diverse rispetto ad Ingenuity. Il lancio è attualmente previsto per il 2027 (con arrivo previsto per il 2034) e grazie anche ai nuovi fondi ricevuti, la NASA dovrebbe garantire il completamento della costruzione.

NASA Dragonfly punterà in direzione del cratere Selk

In un nuovo studio pubblicato recentemente, sono state analizzate le possibili zone di atterraggio della missione su Titano. La scelta è ricaduta su una zona con delle dune che si trovano nei pressi del cratere Selk. Le informazioni arrivano dalle analisi della superficie grazie alla sonda Cassini che ha svolto un lavoro prezioso anche in vista delle missioni future (proprio come questa).

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La scelta di quel sito in particolare è dovuta a una serie di caratteristiche che lo rendono idoneo. Per esempio la possibile presenza di depositi ricchi d’acqua e quindi che hanno del potenziale per aver ospitato (o ospitare) vita extraterrestre ma anche la visibilità da Terra per una migliore comunicazione attraverso il Deep Space Network (DSN).

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L’atmosfera di Titano è più densa di quella di Marte mentre la gravità è inferiore. Questo dovrebbe permettere un volo “abbastanza agile” grazie anche alla struttura del drone di NASA Dragonfly che prevede più rotori rispetto a Ingenuity, anche per via dell’alimentazione differente. Se Ingenuity sfrutta un piccolo pannello solare sulla sommità delle pale, per questa missione invece si utilizzerà un RTG (generatore termoelettrico a radioisotopi) che consente di non risentire della poca luce solare che arriva fino a Saturno.

C’è anche da considerare che il drone potrà volare per decine o centinaia di km sulla superficie del satellite. La topografia ha rilevato che la zona delle distese di dune su Titano presenterebbero pochi ostacoli (come rocce) e pendenze limitate. Tutte caratteristiche che rendono idonea la scelta del cratere Selk.

Una missione complessa per Titano

Gli scienziati e gli ingegneri hanno cercato di estrarre il maggior numero di informazioni dalle mappe realizzate attraverso le tecniche SAR (synthetic aperture radar), VIMS (Visual and Infrared Mapping Spectrometer) e ISS (Imaging Science Subsystem). Questo ha permesso di realizzare schemi in grado di riassumere le caratteristiche del terreno, la presenza di dune o di ghiaccio d’acqua.

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Le conclusioni dello studio riguardante il sito di atterraggio di NASA Dragonfly riportano che “la struttura dell’impatto di Selk offre una varietà di composizioni di superficie e impostazioni geologiche su distanze modeste”. Viene sottolineato come la presenza di materiali organici e la ricchezza di ghiaccio d’acqua siano importanti. Ancora più importante è la possibilità di effettuare campionamenti dov’è presente acqua liquida e le sostanze organiche che hanno interagito.

Aggiungendo poi che si a tratta di una zona con superficie morbida, unita alle possibilità scientifiche, fanno del cratere Selk un luogo ideale per l’esplorazione. Certo, manca ancora qualche anno, ma la missione sta procedendo come previsto aprendo nuove possibilità di esplorazione.