MWC 2024: il 5G Advanced mostra i muscoli ed è pronto per l’enterprise

La vera novità del MWC 2024 è il 5G. Si, avete letto bene e non siete capitati per sbaglio in un articolo del 2014 che racconta la fondazione del 5G Mobile Forum o del 2019 che festeggia il lancio della prima rete 5G in Corea del Sud. Il MWC 2024 è stata un’occasione unica per incontrare alcuni dei principali attori del mercato delle telecomunicazioni e fare il punto della situazione non solo dello stato di evoluzione del 5G, ma anche per avere importanti conferme su come TLC e IT siano sempre più interconnesse e del ruolo preponderante di tecnologie come Edge e Intelligenza Artificiale, con sullo sfondo la sempre maggiore necessità di garantire la sicurezza dell’intero ecosistema. Abbiamo incontrato, in rigoroso ordine alfabetico: Ericsson, Fortinet, HPE, Huawei, IBM, Palo Alto Networks, Red Hat, Trend Micro, Verizon Business e VMware by Broadcom.

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La necessità di monetizzare con il 5G

Riavvolgiamo però il nastro, torniamo al 2019 e a come veniva presentato il 5G. Tutti gli operatori erano d’accordo nell’affermare che i vantaggi del 5G non si sarebbero limitati a offrire minore latenza e maggiore ampiezza di banda, ma disegnavano nuovi scenari d’uso abilitati dalla virtualizzazione della rete, dal network slicing, dalla personalizzazione dei servizi. I servizi proposti spaziano dalle reti private 5G alle virtual network function personalizzate; propongono soluzioni FWA per portare connettività veloce e a bassa latenza in zone non coperte dalla fibra; permettono di suddividere la banda, con il network slicing, per offrire connettività differenziata a seconda delle specifiche esigenze, anche di una stessa applicazione. Negli anni intorno al 2019 gli operatori effettuano degli ingenti investimenti per aggiudicarsi le licenze del 5G ed è anche naturale che inizino subito a cercare nuovi modi di monetizzare i servizi 5G. Monetizzare diventa un mantra, quasi un’ossessione.

MWC 2024

I tempi di deployment delle reti 5G però sono lunghi, vanno modificati molti elementi strutturali rispetto al 4G, non solo hardware, ma anche nelle componenti software di gestione delle reti. Siamo sempre nel 2019, il 4G non “tira” più, è già qualche anno che si sente parlare di 5G. I nuovi servizi descritti dagli operatori possono davvero rivoluzionare diversi settori e promettono di portare la connettività mobile a essere protagonista nel mondo enterprise, superando il modello di business basato sulla vendita di smartphone, SIM e connettività a un numero, per quanto nell’ordine dei miliardi di teste, limitato di utenti, che è arrivato alla saturazione e con tariffe in costante diminuzione.

Il boomerang del 5G Non Stand Alone

Non c’è tempo, bisogna monetizzare, subito. La soluzione esiste e viene cavalcata da tutti. La parola magica è NSA, Non Stand Alone. Si sfrutta l’infrastruttura 4G esistente, in gran parte predisposta per alcuni aspetti della generazione successiva, per abilitare il 5G, offrendo subito minore latenza e maggiore ampiezza di banda. La strategia è, all’apparenza, un successo commerciale, perché la copertura 5G raggiunge in tempi molto rapidi diversi mercati. Gli operatori offrono subito opzioni 5G per i piani esistenti o piani dedicati per il 5G. Nel frattempo arrivano anche gli smartphone compatibili e il 5G diventa subito un forte elemento di vendita per il marketing. Fast forward al 2024 e in poco meno di 5 anni gli utenti 5G nel mondo sono oltre 1 miliardo. Tutti contenti? No, perché c’è un grosso “ma”.

C’è un grosso “ma” perché le reti 5G NSA non permettono di sfruttare tutte le caratteristiche del 5G: non si può fare il network slicing, non tutte le componenti della rete possono essere virtualizzate, non è possibile personalizzare il servizio. Quindi la maggior parte dei servizi promessi all’enterprise stenta a decollare. Non solo, per quanto il 5G sia stato un eccezionale strumento di vendita, nei primi anni dal lancio si ripropone lo stesso modello: SIM, smartphone e connettività. La forte competitività fra gli operatori e il fatto che non tutti gli utenti percepivano le migliori prestazioni offerte dal 5G come un valore aggiunto, fanno sì che non si riesca a ottenere un forte premium ai prezzi delle tariffe 5G.

2024: l’anno del 5G Advanced

Il 2024 può segnare un punto di svolta, che coincide con la release 18 dello standard ratificata dalla GSMA e che porta a quello che viene chiamato 5G Advanced o, in maniera ancora più efficace, a quello che Huawei chiama 5.5G. Il punto di svolta non è tanto legato alle novità tecnologiche che la release 18 si porta dietro. Le novità ci sono, chi vuole approfondire può scaricare qui un white paper del 2022 della GSMA che anticipava anche le caratteristiche legate alla release 18, e spaziano da una maggiore velocità di uplink a diverse migliorie in ambito di gestione della rete.

MWC 2024

L’aspetto più importante del 5G Advanced risiede però nel fatto che il suo rilascio coincide con una sempre maggiore diffusione del 5G Stand Alone. Perché questi 5 anni sono serviti soprattutto per fare quel famoso deployment, necessariamente lento, delle “vere” reti 5G. Quello che è successo viene riassunto in modo molto efficace da Sibel Tombaz, Head Of Product Line 5G Ran di Ericsson: “Negli ultimi cinque anni siamo stati molto impegnati a sviluppare le reti, ma abbiamo già lavorato sulle fondamenta. Abbiamo già il network slicing. Avevamo già le capacità per ottenere le migliori prestazioni. Abbiamo già le capacità di differenziare gli utenti. Ma credo che il 5G Advanced con alle spalle un’infrastruttura stand alone sarà in grado di sbloccare molteplici opportunità”.

Un’altra conseguenza del consolidamento della rete 5G, oltre ad abilitare scenari d’uso avanzati, è che il wireless, in diversi contesti, può diventare la connettività principale, come ci conferma Massimo Peselli, CRO, Global Enterprise & Public Sector di Verizon Business: “Sempre più aziende utilizzano connettività wireless per collegare negozi, per collegare sedi, per collegare filiali di banche e oggi ci sono molte sedi che sono principalmente e unicamente su connettività wireless. Quindi c’è stato un cambiamento di mentalità. In passato il wireless era considerato un elemento di backup, oggi è diventato, nel sentore comune, un tipo di connettività principale per il business.

Per chiudere il cerchio, questa fase di sviluppo del 5G conferma il legame sempre più stretto fra IT e TLC. La tendenza inesorabile verso la virtualizzazione delle reti porta sempre di più i vendor IT a proporre soluzioni pensate per le TLC. Un esempio è Intel, come abbiamo descritto qui. Un’altra conferma viene da HPE, che con l’acquisizione di Juniper, non ancora perfezionata, dimostra la centralità delle reti, di qualsiasi tipo, e che propone sul mercato soluzioni pensate proprio per esaltare le sinergie derivanti dalla virtualizzazione. Andrew Border, VP Telco Product Management di HPE ha dichiarato: “Abbiamo lanciato una suite per l’automazione del core Telco che sta affrontando uno dei problemi principali. I service provider stanno iniziando a distribuire finalmente il 5G standalone e ora stanno cercando i driver di business nei casi d’uso per vedere davvero il ritorno sull’investimento e quindi fare il deployment in modo molto più aggressivo. Quindi il problema che stiamo cercando di risolvere con la nostra soluzione telco per l’automazione è di supportare più cloud pubblici, l’integrazione del cloud del service provider e la coesistenza di molteplici vendor”.

L’importanza delle reti 5G Stand Alone

Il primo, sostanziale, risultato che porta con sé il 5G Advanced è quindi di poter onorare le promesse fatte ormai un lustro fa dagli operatori. Le reti 5G Stand Alone permettono di portare sul mercato gli scenari d’uso per le aziende e aprire, definitivamente, il mercato enterprise. Chiariamoci, non è un interruttore che si spegne e si accende, ma un processo iniziato 5 anni fa, tanto che già l’anno scorso avevamo parlato di diverse implementazioni di reti private 5G solo per fare un esempio, ma che oggi raggiunge un livello di maturità tale che ci può far dire di essere entrati in una nuova fase di sviluppo per il 5G.

MWC 2024

Il mercato sembra comunque aver capito la lezione, tanto che si sta discutendo sul fatto che per la prossima generazione, il 6G di cui è prematuro parlare, non verrà “permesso” di sviluppare reti Non Stand Alone. Questo è un segno di forte maturità del mercato da non sottovalutare, perché adesso è necessario fare un grosso lavoro per spiegare che il “vero” 5G è quello che stiamo vedendo ora e non “solo” quello che abbiamo iniziato a utilizzare a partire dal 2019.

In questi 5 anni di 5G sono esplose altre due tecnologie: edge e intelligenza artificiale. Si è creata, sulle fondamenta del cloud, una piattaforma tecnologica interconnessa dove connettività, infrastruttura, app, servizi e intelligenza artificiale si complementano per offrire a tutto il mercato, anzi a tutti i mercati, le risorse necessarie per gestire le operazioni e supportare la crescita. L’evoluzione del MWC è una fortissima testimonianza di questa interconnessione, basta vedere l’eterogeneità delle aziende partecipanti, così come lo è il ritorno alle origini della natura dell’evento di Barcellona. Ne avevamo già parlato in passato, anche quest’anno si è confermato come il MWC sia primariamente un evento business, dove si “fa il mercato”. La presenza dei produttori di smartphone, con stand che ancora strizzano l’occhio al consumer, non è comunque una contraddizione, perché i device, smartphone in testa, restano “l’interfaccia” primaria per accedere a qualsiasi tipo di servizio.

IA: non è tutto oro quel che luccica

L’intelligenza artificiale al MWC non è una novità. Se ne parla da sempre ed è utilizzata da decenni dai principali attori del mercato. Parliamo di intelligenza artificiale “tradizionale”, da tempo essenziale in tantissimi aspetti della tecnologia mobile, dal supporto all’orchestrazione e quasi data per scontata in qualsiasi soluzione di sicurezza. Quello che ci ha impressionato positivamente è che l’IA generativa non è stata protagonista al MWC 2024. Positivamente perché si è assistito, ultimamente, a quello che potremmo chiamare “AI-washing”: una schizofrenica necessità di aggiungere l’IA generativa in qualsiasi contesto, non sempre in modo pertinente. Questo non significa che non ci siano stati degli spunti molto interessanti legati all’IA. Il primo si interseca in modo molto profondo con l’altro tema, che approfondiremo subito dopo, protagonista del MWC: l’edge. Sempre più carichi di lavoro dedicati all’IA si stanno spostando nell’edge per “avvicinare” l’elaborazione all’utente finale e questo rende necessario ripensare dove far risiedere i dati e avere maggiore banda a disposizione, sia fra l’edge e gli utenti, sia fra l’edge e il cloud. Citando le parole di Julio Guijarro, EMEA CTO di Red Hat: “Il compute è una commodity. I dati non sono più una commodity. Una delle cose che abbiamo fatto, e che oggi non è più necessaria, è spostare i dati su e giù, spostandoli nel cloud e poi di nuovo nella nostra sede. Penso che a un certo punto accadrà che molti di questi dati verranno elaborati presso il cliente. Invece di spostarli, rimarranno lì”.

MWC 2024

Un trend molto interessante è stato sottolineato da Priya Kurien, IBM Global Research Lead, Telecom, che sta assistendo al proliferare di modelli linguistici di dimensioni ridotte rispetto ai LLM che sono alla base di servizi come ChatGPT o Microsoft Copilot. Il training di questi modelli di dimensioni ridotte può essere effettuato direttamente sui dati aziendali e sono necessarie decisamente meno risorse di compute, cosa che rende possibile effettuare il training in locale o nell’edge, ma soprattutto permette di ottenere risultati molto più rilevanti e affidabili. Secondo Priya Kurien non è necessario che il modello utilizzato da un’azienda abbia “competenze” su argomenti, come la storia e la filosofia, che non sono rilevanti rispetto all’utilizzo che ne viene fatto in azienda e questi modelli “generali” continuano a soffrire di allucinazioni e i risultati che si ottengono sono spesso non rilevanti. Combinando l’utilizzo di diversi modelli di piccole dimensioni si può, potenzialmente, risolvere uno dei principali problemi, l’affidabilità dei risultati, che sta limitando la diffusione degli strumenti di IA generativa, giustamente aggiungiamo noi, in diversi ambiti aziendali, dove l’affidabilità dei risultati è indispensabile.

In ogni caso, molte aziende stanno implementando soluzioni di IA generativa per permettere agli utenti di sfruttare al meglio tutte le potenzialità delle varie piattaforme, come ci conferma Anand Oswal, Senior Vice President and GM of Network Security di Palo Alto Networks: “Stiamo utilizzando (l’IA generativa, ndr) per i nostri co-piloti per garantire che i nostri clienti possano utilizzare la piattaforma al meglio delle sue capacità, ottimizzare la loro configurazione, ottimizzare il loro funzionamento, ridurre il TCO per l’ambiente e ottenere un risultato di sicurezza migliore

Edge: la periferia della rete diventa sempre più “centrale”

Non sono solo i carichi di lavoro legati all’IA che si stanno spostando nell’edge. Avendo scelto 6 anni fa di chiamarci Edge9, il fatto che la periferia della rete stia diventando sempre più “centrale” non ci stupisce. Se più carichi di lavoro si spostano nell’edge è, in prima battuta, necessario che anche la capacità elaborativa si sposti in periferia. Per chiudere il cerchio e sfruttare tutte le potenzialità dell’edge va poi anche ripensata la strategia di gestione dei dati e avere a disposizione delle piattaforme di gestione dell’intera infrastruttura che siano in grado di coordinare tutte le risorse indipendentemente da dove si trovino: on premise, nel cloud, nell’edge. Il livello di maturazione della virtualizzazione delle reti permette oggi di interagire con l’edge in modi impensabili fino a qualche anno fa e rendono l’edge un anello di congiunzione sempre più importante fra reti TLC e reti IT.

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Un esempio ce l’ha mostrato VMware by Broadcom, che allo stando del MWC ospitava un’ambulanza che era un po’ un concentrato di tutte le tecnologie di cui abbiamo parlato fin qui. In modo molto efficace, ha sintetizzato Abe Ankumah VP & GM, VMware SD-WAN, SASE: “Ciò che abbiamo in quell’ambulanza è un’applicazione Edge nativa che utilizza l’analisi video per supportare aspetti come l’assistenza virtuale. Sia che si tratti di assicurarsi di avere la giusta quantità di forniture e scorte, sia che si tratti di avere uno specialista clinico che potenzialmente supporta il triage di un paziente quando viene trasportato all’interno dell’ambulanza verso un centro traumatologico, ad esempio. Proprio all’interno dell’ambulanza abbiamo anche una rete intelligente SD-WAN che fornisce connettività critica alle applicazioni e ad altri soggetti che devono comunicare dall’ambulanza all’ospedale o al centro traumatologico. E poi il terzo livello di ciò che sta accadendo all’interno dell’ambulanza è una connettività resiliente. Quindi in quell’ambulanza c’è una doppia SIM, c’è una connettività 5G multipla che permette all’ambulanza di inviare il traffico in modo sicuro e più resiliente avanti e indietro e di proteggere il traffico.”

È doveroso aprire una parentesi, perché questo è stato il primo evento in cui abbiamo incontrato VMware dopo l’acquisizione da parte di Broadcom. Su Edge9 abbiamo documentato le varie decisioni prese dopo l’acquisizione, soprattutto quelle legate a una vera e propria rivoluzione delle strategie di canale, che spesso hanno scontentato i vari attori coinvolti. Abe Ankumah ci ha tenuto a sottolineare che tutte le decisioni attuate fino adesso sono state guidate dall’intenzione di semplificare l’offerta e la strategia di go-to market di VMware, con l’obiettivo di garantire il miglior accesso possibile a tutti i servizi per gli utenti. Se è vero che una semplificazione è benvenuta e andrà necessariamente a scontentare chi, soprattutto nel canale, ha fino adesso basato il suo modello di business su quella complessità, è altrettanto vero che le lamentele sono arrivate anche dagli utenti finali, che si ritrovano spiazzati e, in alcuni casi, denunciano un aumento dei prezzi. È probabilmente troppo presto per trarre delle conclusioni, come Edge9 ci prendiamo il compito di continuare a monitorare la situazione e vedere se VMware riuscirà a onorare la promessa fatta al mercato, i cui presupposti di semplificazione sono sicuramente condivisibili. Un po’ come per il 5G, oltre alle promesse conta come poi queste vengono concretizzate.

La sicurezza non può essere data per scontata

Il 5G è ormai maturo, si stanno implementando soluzioni avanzate che sfruttano il vero potenziale del 5G Stand Alone, c’è un proliferare di applicazioni e servizi basati su questo potenziale e si sta concretizzando la convergenza fra TLC e IT. L’altra faccia della medaglia legata all’ubiquità dei dati e delle risorse è che non si può più parlare di perimetro da difendere e la superfice di attacco per i “bad actors” è sempre più ampia. Ci sono dei benefici intrinsechi in un maggior utilizzo delle reti 5G perché sono maggiori gli strumenti per identificare e gestire i device connessi, ma non è sufficiente per garantire la sicurezza della rete. Un esempio chiarificatore è legato ai dispositivi RedCap, che sta per Reduced Capability Devices. Sono dispositivi IoT che si collegano direttamente alla rete 5G seguendo lo “standard” 5G RedCap che garantisce bassa (non bassissima) latenza, banda elevata e consumi ridotti. I dispositivi RedCap garantiscono una ridotta superfice di attacco e un grosso sforzo da parte dei bad actors per essere compromessi, ma come ci ha detto Derek Manky, Global VP Threat Intelligence di Fortinet: “Ci sono i dispositivi RedCap che hanno un’impronta e una natura più limitate. Sono collegati direttamente alla rete 5G. In questo modo si elimina una parte della superficie di attacco, perché non si ha a che fare con minacce che cercano di attaccare direttamente attraverso le reti Wi-Fi, il discovery e così via. Quindi questo aiuta. È un buon livello di sicurezza, ma non mi piace neanche creare un’illusione di sicurezza, giusto? Perché bisogna sempre considerare l’intero ecosistema. Quindi, parlando di un dispositivo RedCap, bisogna comunque considerare tutti i dispositivi e la supply chain e il modo in cui li si mette in sicurezza.”

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Più in generale è indispensabile continuare ad avere una grande attenzione per il tema della sicurezza perché se è vero che il tema è nella mente di tutti i responsabili aziendali, poi in pratica non sempre dalle parole si passa ai fatti. Ce lo conferma Priya Kurien di IBM: “La sicurezza è uno degli elementi più critici per il settore delle telecomunicazioni. Nell’ambito del nostro report 2030, uno dei risultati ottenuti da oltre 1.800 dirigenti del settore delle telecomunicazioni in 23 Paesi è stato che tutti hanno riconosciuto che la sicurezza informatica diventerà un fattore critico per il 2030. Tuttavia, quando abbiamo chiesto loro cosa stessero facendo al riguardo, solo la metà di loro stava effettivamente agendo.”

In questo contesto l’IA è una grande opportunità ma anche una minaccia. Lo sintetizza in modo molto efficace Udo Schneider, Security Evangelist, Trend Micro: “l’IA generativa è così buona, specialmente per gli attori della criminalità informatica, che fondamentalmente non ci si può più fidare di nulla di ciò che si vede o si sente. Quindi, se si è impegnati in una chiamata, se si riceve un messaggio vocale, non ci si può più fidare di quel messaggio vocale. Se si è in una chiamata in conferenza via video, per esempio, non ci si può più fidare dell’immagine. Non ci si può più fidare dell’immagine, del video, quindi bisogna adottare una sorta di, il termine tecnico sarebbe una sorta di strategia “zero trust”, anche nella comunicazione interpersonale. Al giorno d’oggi si dispone di molti dati e di tutti i diversi strumenti di sicurezza, nonché di molti file di log, ma è piuttosto difficile trovare quella pepita di informazione in tutti gli altri dati. Ed è qui che, diciamo, l’IA generativa può diventare il tuo sparring partner. Quindi potrei chiedere all’IA: ho la sensazione che ci sia qualcosa di sospetto in quei file di log. Puoi aiutarmi a trovare qualcosa? Puoi guidarmi? Puoi guidarmi attraverso un possibile incidente? Ed è qui che l’identificazione aiuta il difensore a trovare, diciamo, questo pezzo di informazione, la pepita di informazione in questo enorme data lake. Quindi ti aiuta a trovare ciò che stai cercando.