Come ben sappiamo, è prassi per una società, tanto più quando è quotata in borsa, indirizzare l’attenzione verso i numeri positivi. Ed è, giustamente, quello che fa anche Tesla che nelle scorse ore ha condiviso l’impennata di vendite registrate in Australia.
In particolare, il produttore americano ha venduto 3.897 veicoli, numero spinto soprattutto dal recente restyling di Model Y che ha registrato un aumento del 122,5%. Insomma, il lancio della nuova vettura ha sortito l’effetto sperato da Elon Musk.
🚨BREAKING: TESLA SALES SURGE IN 🇦🇺AUSTRALIA WITH RECORD MODEL Y DEMAND $TSLA
• Tesla reports 3,897 vehicle deliveries in May 2025, highest in nearly 12 months
• Updated Model Y drives rebound with 3,580 units sold, up 122.5% from May 2024
• Total deliveries up 9.3%… pic.twitter.com/zEwXSFeEFi— Tesla Archive (@tesla_archive) June 3, 2025
Si tratta di un numero positivo soprattutto se si considera che le vendite dei veicoli elettrici in Australia sono bruscamente calate nello stesso mese. Ma allora possiamo dire che la crisi vista in Europa e Stati Uniti per Tesla in Australia non esiste? Beh, non proprio.
Per quanto i numeri di maggio appaiano come un raggio di Sole dopo una tempesta, la realtà è che la nuova Model Y è stato l’unico vero traino delle vendite, a seguito di una parabola discendente che ha visto aprile guadagnarsi il posto d’onore come il peggior mese di sempre per Tesla. Ad aprile, Tesla ha venduto circa 500 vetture in Australia. Se questo non bastasse, ormai da mesi le vendite di Model 3 continuano a calare e il mese di maggio non ha fatto eccezione.
Questo significa che gli acquirenti della nuova Model Y sono probabilmente automobilisti che avevano già in programma di acquistarla, magari per aggiornare proprio la Model Y di vecchia generazione già in loro possesso. Discorso completamente diverso quando si parla di attirare nuovi clienti.
Certo, in effetti in Europa e Stati Uniti neanche l’arrivo della nuova Model Y ha aiutato Tesla a riprendersi, ma nel caso dell’Australia parliamo anche di un mercato incredibilmente più piccolo. Insomma, potrebbe trattarsi di un semplice picco temporaneo dato da una circoscritta nicchia fedele al marchio – nicchie presenti, come è naturale che sia, anche negli altri mercati.
D’altronde, ad aprile Musk ha annunciato che si sarebbe allontanato dalla politica dopo aver preso coscienza, evidentemente, dei danni che il suo coinvolgimento ha provocato all’immagine del marchio. Anche in Australia non sono mancate le proteste ed episodi di vandalismo verso le vetture.
Difficile stabilire se il cambio di rotta di Elon Musk basterà a Tesla per risollevarsi da una situazione a dir poco negativa, soprattutto in un mercato che vede ormai una concorrenza agguerrita e talvolta più conveniente a parità di prezzo.