Macron corteggia Musk: la prossima Gigafactory potrebbe sorgere in Francia?

Lunedì il presidente francese Emmanuel Macron ha incontrato, nella splendida cornice della Reggia di Versailles, gli uomini d’affari a capo di alcune fra le più importanti aziende a livello globale, spaziando dal settore della mobilità elettrica (con l’incontro privato con Musk all’Eliseo, prima della visita al Castello del Re Sole) a quello chimico-farmaceutico (tramite un confronto con Albert Bourla).

Una kermesse di alto valore e un nuovo record positivo

In totale, Macron ha incontrato 206 top manager multinazionali provenienti da tutto il mondo durante il meeting #ChooseFrance, raccogliendo annunci da molti di loro riguardo futuri investimenti: la cifra da capogiro di fine kermesse si attesta a 13 miliardi di euro e segna un record positivo per il futuro industriale e occupazionale dello stato d’Oltralpe, con 8 mila nuovi posti di lavoro attesi.

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Fra le dichiarazioni di intenti manca però quella di Musk, il CEO su cui Macron sembrava puntare in particolar modo.

Se da una parte, Tesla ha bisogno di una potenza di fuoco enorme per mantenere non solo gli attuali ritmi produttivi ma anche per aumentarli esponenzialmente – come desiderato e spiegato da Musk durante i vari eventi e i suoi Master Plan – dall’altra, il CEO non sembra intenzionato a sbilanciarsi.

Il magnate negli ultimi mesi ha infatti visitato diverse nazioni (fra cui Corea del Sud, Indonesia e Messico) probabilmente per valutare i punti di forza di ciascuna location, e solo a mente fredda prenderà decisioni significative riguardo le prossime mosse di Tesla – eccezion fatta per la Gigafactory messicana, già in costruzione.

Il CEO americano, a fine incontro, ha comunque manifestato la volontà di investire con Tesla in Francia, a un certo punto, ma senza sbottonarsi ulteriormente.

Questa frase nebulosa ha portato alcuni analisti a ritenere che il Paese d’Oltralpe non sia un candidato papabile per la futura espansione dell’azienda texana; questo perché, nonostante un clima favorevole verso gli investimenti, storicamente non è Parigi il centro dell’automotive europeo [ndr, ma lo è Berlino], né è il luogo scelto da altre competitor del settore, che hanno stabilimenti chiave in Spagna, Polonia e Turchia.

E l’Italia?

Il nostro Paese segna in realtà un unicum nel suo genere, o per meglio dire, è stato testimone (due anni fa) di una manifestazione di volontà popolare volta ad attirare l’attenzione (e gli investimenti) di Tesla all’interno dei nostri confini, precisamente verso uno dei poli produttivi più importanti e controversi dello scenario italiano: l’Ilva di Taranto.

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La lettera, scritta a quattro (e più) mani da possessori di Tesla, appassionati e tarantini, è stata indirizzata direttamente a Musk e aveva come obbiettivo attirare non solo l’attenzione del patron di Tesla, ma anche mettere in luce le potenzialità di un sito come l’Ilva di Taranto in un’ottica di produttività ed espansione globale.

Forse due anni i tempi erano ancora acerbi, ma oggi potrebbe essere l’occasione giusta per un “kindly reminder”.