L’Unione Europea investe nel futuro dei semiconduttori, sino a 2nm

Nel corso del mese di Dicembre, come riporta il sito eetimes17 stati membri dell’Unione Europea hanno sottoscritto un accordo per contribuire allo sviluppo congiunto di tecnologie produttive sino a 2 nanometri per i semiconduttori, oltre che per lo sviluppo di processori a basso consumo.

L’investimento complessivo che è stato deciso ammonta a 145 miliardi di Euro, cifra che sarà necessaria per finanziare la tecnologia produttiva adottata dai futuri processori arrivando nei prossimi anni sino a quella a 2 nanometri e che verrà fornita entro i prossimi 3 anni. L’investimento richiesto servirà anche a finanziare lo sviluppo di processori di tipo embedded a basso consumo e con design custom, che possa adattarsi alle differenti necessità di utilizzo. Il fine è quello di rendere sempre più autonomi gli stati appartenenti all’Unione Europea anche nell’ambito della produzione di semiconduttori, così da renderli più pronti alle sfide tecnologiche alle quali saranno chiamati nei prossimi anni.

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Le 17 nazioni, Belgio, Francia, Germania, Croazia, Estonia, Italia, Grecia, Malta, Spagna, Olanda, Portogallo, Austria, Slovenia, Slovacchia, Romania, Finlandia e Cipro, hanno sottoscritto questa dichiarazione:

Per garantire la sovranità tecnologica e la competitività dell’Europa, nonché la nostra capacità di affrontare le principali sfide ambientali e sociali e i nuovi mercati di massa emergenti, dobbiamo rafforzare la capacità dell’Europa di sviluppare la prossima generazione di processori e semiconduttori. Ciò include chip e sistemi embedded che offrono le migliori prestazioni per applicazioni specifiche in un’ampia gamma di settori, nonché una produzione all’avanguardia che progredisce progressivamente verso i nodi a 2 nm per la tecnologia dei processori. L’utilizzo della connettività, in cui l’Europa gode di una posizione di leadership globale, come principale fattore di utilizzo per lo sviluppo di tale capacità consente all’Europa di stabilire il giusto livello di ambizione. Ciò richiederà uno sforzo collettivo per mettere in comune gli investimenti e coordinare le azioni, da parte degli stakeholder sia pubblici che privati.

La mossa dell’Unione Europea è di fatto speculare a quanto fatto da Stati Uniti e Cina nel corso degli ultimi anni. Entrambe queste nazioni, infatti, stanno lavorando per rendersi sempre più indipendenti dalle altre nella produzione della propria tecnologia del futuro non solo in ambito privato ma anche in quello pubblico. L’intervento dell’UE è finalizzato a rendere accessibili le sofisticate tecnologie produttive necessarie per essere competitivi nel mercato, in quei contesti nei quali l’investimento e la ricerca da parte di aziende private non sia sufficiente a fronte degli elevati costi di ingresso nel mercato.

Il mondo dei semiconduttori è del resto uno dei più tecnologicamente sofisticati e contestualmente onerosi: implementare una fabbrica produttiva allo stato dell’arte della tecnologia attualmente disponibile richiede l’investimento di svariati miliardi di Euro tra sviluppo, costruzione e messa in produzione. Al momento attuale la taiwanese TSMC sta costruendo chip con tecnologia produttiva a 5 nanometri per i propri clienti e guarda al futuro passaggio, tra alcuni anni, al processo a 3 nanometri.