Longsoon 3A6000, il processore cinese potente come un Ryzen 5000

Il produttore cinese Loongson Technology ha presentato il suo nuovo processore 3A6000 che, secondo i test interni, offrirebbe la stessa potenza di un AMD Ryzen 5000 equivalente. La CPU è attualmente in fase di test e i primi esemplari dovrebbero essere commercializzati entro la prima metà del 2023.

Senza dubbio è sorprendente che una società fondata solo 10 anni fa e finora concentrata su soluzioni embedded sia riuscita a sviluppare un’alternativa con le stesse capacità (sulla carta) di colossi come AMD o Intel. Va tenuto conto, infatti, che si tratta solamente di una generazione indietro – due nel caso di Intel.

Tuttavia, la proposta cinese non supporta le istruzioni x86. A differenza dei concorrenti americani, LongArch – questo il nome dell’architettura – sfrutta un set di istruzioni MIPS e RISC che consente di emulare sistemi diversi. Il principale sistema operativo utilizzato dalla soluzione cinese è naturalmente Linux, più flessibile rispetto a OS come Windows da questo punto di vista.

I chip saranno costruiti con un processo produttivo a 12 nm, seppur ancora non è chiaro chi sia incaricato della produzione. Loongson, così come AMD, è una società fabless che ha dovuto necessariamente affidarsi a un’azienda esterna per la produzione in serie delle CPU.

Se da un lato l’ingegnerizzazione potrebbe non sorprendere, c’è un aspetto che va inevitabilmente preso in considerazione: il nuovo chip offre un miglioramento del 68% in termini di prestazioni single-core con calcoli floating point rispetto al suo predecessore, il 3A5000, lanciato sul mercato solo l’anno scorso.

In occasione del briefing in cui è stata mostrata la CPU, l’ingegnere capo Weiwu Hu ha parlato anche del 100-core Project. Loongson, infatti, propone soluzioni anche per il settore server limitate al momento a 16 core. L’azienda ha già dichiarato che le prime soluzioni a 64 core non arriveranno prima del 2025, ragione per cui il programma relativo ad una CPU da 100 core dovrebbe vedere i suoi frutti nella seconda metà del decennio.

Come noto, il progetto finanziato dal governo cinese ha lo scopo di ridurre la dipendenza dalle tecnologie americane. Sono numerose, infatti, le aziende emergenti in Cina che si impegnano nella produzione di chip e componenti alternativi a quelli proposti dai big americani. Anche se la strada è ancora lunga per avvicinarsi alle proposte occidentali, i progressi che sta compiendo l’industria cinese sono sicuramente degni di interesse.