Dopo il periodo dello Space Shuttle (e del Buran), gli spazioplani stanno rientrando nei piani di agenzie spaziali, agenzie governative e società private. Ci sono diversi esempi di spazioplani, sia suborbitali che orbitali, in fase di sviluppo e attualmente operativi come il modello cinese Chongfu Shiyong Shiyan Hangtian Qi rientrato all’inizio di settembre oppure Sierra Space Dream Chaser che potrebbe vedere il primo lancio nel 2025, dopo il rinvio della missione di quest’anno. Uno dei più popolari è lo spazioplano militare statunitense Boeing X-37B che sarebbe una delle unità che la società manterrebbe pur vendendo (parte) della divisione Spazio.
Come sappiamo, questo spazioplano militare gestito dalla Space Force è stato lanciato per la prima volta con un razzo spaziale Falcon Heavy di SpaceX sul finire dello scorso anno e attualmente si trova ancora in orbita. Si tratta della prima volta che viene impiegato un vettore così potente ma questa scelta è dovuta alla necessità di seguire una traiettoria orbitale diversa dalle precedenti, passando da LEO a (quasi) GEO. La possibilità di lanciare Boeing X-37B con razzi spaziali ULA Atlas V 501, SpaceX Falcon 9 o Falcon Heavy permette di avere una grande flessibilità operativa.
Sono stati diversi gli avvistamenti dello spazioplano mentre si trovava in orbita ma una delle novità più interessanti riguarda le manovre di aerofrenaggio (aerobraking) negli scorsi giorni, come annunciato dalla stessa Space Force con un comunicato. Le sue attività nello Spazio sono secretate ma generalmente si tratta di provare nuove tecnologie, il rilascio di piccoli satelliti o effettuare spionaggio verso potenze straniere ostili per gli USA.
Secondo i dati registrati dai radar terrestri e dai telescopi per il monitoraggio di detriti spaziali e satelliti, lo spazioplano Boeing X-37B avrebbe modificato il suo apogeo (punto più distante dalla Terra) sul finire di ottobre passando dai circa 35 mila km a poco più di 32 mila km. Il perigeo invece (punto più vicino alla Terra) sarebbe passato da circa 300 km fino a 100 km o addirittura una quota inferiore (ma soggetta a possibili errori di rilevazione).
Questa strategia non era mai stata tentata prima con questo spazioplano e ha visto probabilmente un grande stress per lo scudo termico inferiore che ha dovuto resistere a grandi sbalzi termici arrivando negli strati più densi dell’atmosfera. Lo scopo di queste manovre, oltre a rilasciare il modulo di servizio, non è stato dichiarato ufficialmente ma potrebbe essere legato a un’iniziale serie cambi di traiettorie orbitali per circolarizzare l’orbita in vista del rientro nei prossimi mesi smaltendo parte della velocità oppure dimostrare capacità tecniche mai provate prima. Il monitoraggio di Boeing X-37B prosegue sia da parte di enti indipendenti ma anche da parte delle agenzie straniere.