L’amministrazione Trump ha usato l’Intelligenza Artificiale per calcolare i dazi reciproci: la teoria su Twitter e Bluesky

L’annuncio-show del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, riguardo alle nuove politiche commerciali basate sui “dazi reciproci” applicati a tutti i Paesi del mondo ha sollevato molti dubbi sull’affidabilità dei dati presentati nella tabella che confronta i dazi imposti dagli altri Paesi agli USA con quelli “reciproci” stabiliti dagli Stati Uniti.

Durante il suo discorso, Trump ha più volte affermato che i Paesi stranieri impongono agli USA barriere “economiche e non economiche”, spiegando che la percentuale complessiva dei dazi è stata calcolata includendo anche queste ultime.

Gli analisti ed economisti più attenti hanno rapidamente individuato il metodo di calcolo utilizzato: come ormai noto, l’amministrazione Trump ha determinato i dazi “reciproci” partendo dal deficit commerciale degli USA con ciascun Paese, dividendolo per il valore delle esportazioni di quel Paese. Da questo calcolo, sono stati stabiliti dazi con una base minima del 10%, fino a raggiungere la metà delle tariffe applicate dai Paesi esteri.

Questa metodologia è stata in parte confermata dall’Office of the United States Trade Representative, che ha fornito una spiegazione basata su una formula matematica apparentemente complessa. Tuttavia, osservando con maggiore attenzione la formula e la spiegazione, il tutto si riduce ad un calcolo piuttosto semplice: il deficit commerciale diviso per il valore delle esportazioni del Paese straniero, quest’ultimo moltiplicato per due coefficienti dai nomi altisonanti ma con valori fissi di 4 e 0,25 (non vi dobbiamo dire, vero, quale sia il risultato?).

A rendere la questione ancora più curiosa è un post su Twitter di Krishanan Rohit, ingegnere esperto di intelligenza artificiale ed economista. Rohit ha osservato che tutti i principali modelli di IA commerciali forniscono una risposta identica alla domanda “Come imporre facilmente dazi”, coincidente con l’approccio adottato dall’amministrazione Trump.

[image or embed]

— Navin Pokala 🇺🇸🇺🇦🇨🇦 (@navinpokala.bsky.social) 3 aprile 2025, 13:59

Su Bluesky, invece, alcuni utenti hanno notato un dettaglio interessante: l’elenco dei territori inclusi nelle nuove politiche commerciali da Trump include luoghi che sembrano suggerire una suddivisione basata sui domini di primo livello (TLD) piuttosto che sui confini nazionali, aumentando la probabilità che l’intero sistema sia stato elaborato da un’intelligenza artificiale e semplicemente “ricopiato”. Nell’elenco si trovano infatti territori come le isole disabitate Heard e McDonald Islands (territorio australiano ma con dominio .hm), oltre a territori come Réunion (.re) e Gibilterra (.gi) elencati separatamente da Francia e Regno Unito. 

Rohit osserva che si potrebbe trattare del primo caso di applicazione su larga scala dell’IA alla geopolitica. Forse si poteva fare di meglio.