La sonda BepiColombo dell’ESA ha catturato nuove immagini di Mercurio

Alla fine dello scorso anno la sonda BepiColombo, collaborazione di ESA e JAXA, ha effettuato un passaggio ravvicinato al primo pianeta del Sistema Solare, Mercurio. Anche se l’attenzione mediatica è spesso in direzione di Marte o della Luna, ci sono diverse missioni che si stanno interessando ai pianeti più interni.

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Alle 11:44 di ieri (ora italiana) la sonda spaziale ha effettuato un altro passaggio ravvicinato arrivando a soli 200 km dalla superficie di Mercurio. Questo ha permesso di raccogliere nuove immagini grazie alle tre fotocamere di monitoraggio presenti a bordo (chiamate MCAM). Si tratta di fotografie in bianco e nero con risoluzione di 1024 x 1024 pixel che sono state poi scaricate nel pomeriggio. Inoltre erano attivi anche gli strumenti scientifici così da rilevare nuovi dati.

ESA BepiColombo e le nuove fotografie di Mercurio

Una delle immagini è stata catturata dalla Mercury Transfer Module’s Monitoring Camera 3 quando la sonda si trovava a 1406 km di distanza (visibile all’inizio della notizia). In questo caso sono visibili l’antenna ad alto guadagno (le bande poco sopra sono artefatti) utile per la comunicazione con la Terra e parte della struttura della sonda stessa. Sullo sfondo ovviamente appare Mercurio con una zona ricca di crateri e sezioni invece più lisce dovute a eruzioni vulcaniche che hanno ricoperto la superficie con lava (3,7 miliardi di anni fa). Vicino all’antenna si possono osservare i crateri Heaney (125 km di diametro) e Amaral (105 km).

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Come ha ricordato Emanuela Bordoni (vicedirettrice delle operazioni) “abbiamo completato il nostro secondo di sei sorvoli di Mercurio e torneremo nello stesso periodo l’anno prossimo [ndr. 20 giugno 2023] per il nostro terzo prima di arrivare nell’orbita di Mercurio nel 2025″.

ESA ha aggiunto che BepiColombo si è avvicinata al pianeta dal lato nel quale era notte quindi le prime fotografie sono state catturate cinque minuti dopo il momento della minima distanza quando la sonda si trovava a 800 km. In un’altra immagine si può vedere la zona di Caloris Planitia che ha un diametro di circa 1550 km e si presenta come una pianura creata dalla lava e che, quando illuminata dal Sole, è particolarmente riflettente.

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Questo però non è l’obiettivo ultimo di BepiColombo (che è in realtà una sonda realizzata con due orbiter attualmente uniti). Nel 2026 inizierà la parte scientifica vera e propria con i due orbiter, il Mercury Planetary Orbiter dell’ESA e il Mercury Magnetospheric Orbiter della JAXA, che utilizzeranno orbite complementari intorno al pianeta. Grazie agli strumenti scientifici pienamente funzionanti si potrà studiare il nucleo, la superficie, il campo magnetico e l’esosfera di Mercurio per consentire una migliore comprensione della sua storia.

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