La NASA guarda alla collaborazione con società private per l’esplorazione di Marte

La NASA si sta concentrando principalmente sull’esplorazione della Luna (con esseri umani) grazie al programma Artemis. Questo stesso programma ha però come finalità quella di raggiungere Marte con un equipaggio per la prima volta nella storia. Per farlo sarà necessario sviluppare nuove tecnologie e avere un intero ecosistema di supporto dove saranno coinvolte anche società private per consentire di ridurre i costi.

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Durante la riunione del Mars Exploration Program Analysis Group (MPAG) si è parlato anche dello sviluppo di servizio commerciali che hanno permesso di rivoluzionare l’accesso allo Spazio in LEO e che si stanno affacciando anche alle missioni lunari. Marte rimane un obiettivo ambizioso ma sicuramente molto stimolante sia per gli scienziati che per gli ingegneri (e per le società private potenzialmente coinvolte).

Durante una sessione della conferenza, tenuta da Richard Davis (Science Mission Directorate), è stato rimarcato come il governo potrà comprare servizi da società private con contratti a prezzo fisso. La NASA avrebbe intenzione di concentrarsi inizialmente sul fornire un monitoraggio sempre più accurato del Pianeta Rosso così come migliorare la capacità di comunicare da e per Marte.

NASA: il futuro dell’esplorazione di Marte passa dai privati

In futuro, grazie alle società private, sarà possibile effettuare più lanci di nuove missioni verso il Pianeta Rosso per ogni opportunità (ogni due anni). Questo consentirà da un lato di avere una riduzione del rischio e dei costi ma anche aumentare la capacità dell’industria spaziale statunitense.

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Firefly Aerospace, Impulse Space e Lockheed Martin dovrebbero consentire di consegnare diversi carichi utili in orbita marziana. La prima potrà modificare il suo Orbital Test Vehicle per supportare fino a oltre 175 kg arrivando fino a 300 kg. Grazie alla sua struttura potrà far giungere in orbita marziana piccoli satelliti con carichi utili fino a 20 kg. La seconda punterà invece su Mira di seconda generazione. La terza invece utilizzerà la piattaforma per piccoli satelliti Curio permettendo il trasporto di 30 kg di carico utile.

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Arriveranno anche soluzioni più grandi e versatili come quelle realizzate da Astrobotic, Blue Origin e ULA. La prima potrebbe fornire una versione adattata del lander lunare Griffin, la seconda invece impiegherà il suo sistema Blue Ring che permetterà di avere fino a 2 kW di energia in orbita, 30 kbps in banda X e capacità di carico e di calcolo direttamente a bordo. La terza infine potrebbe utilizzare una versione modificata degli stadi superiori Centaur per il trasporto di diversi carichi utili.

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Albedo, Astrobotic e Redwire punteranno sull’imaging ad alta risoluzione della superficie di Marte con diverse soluzioni. La prima dovrebbe realizzare un satellite dal basso costo e altissima risoluzione anche da 300 km di quota garantendo anche l’elaborazione direttamente all’interno del satellite e invio attraverso il Deep Space Network delle immagini realizzate.

La seconda utilizzerà una piattaforma personalizzata che alloggerà una fotocamera sviluppata in collaborazione con Malin Space Science Systems e dall’Arizona State University. Il telescopio sarà da 50 cm con una risoluzione di 30 cm/pixel. Infine la terza soluzione guarderà a fornire hardware economico basato su soluzioni commerciali già disponibili.

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Per quanto riguarda la comunicazione potrebbero essere coinvolte Blue Origin, Lockheed Martin e SpaceX. La prima utilizzerà Blue Ring con supporto a bande Ka e Ka DTE (Direct-to-Earth) che consentiranno l’invio di dati a 4 Mb/s. Per sonde o lander/rover che si troveranno invece nelle vicinanze, si potrà impiegare la banda X a maggiori prestazioni.

Lockheed Martin potrebbe utilizzare il design di base del MAVEN con comunicazione in bande Ka e X funzionando come se si trattasse effettivamente di una delle stazioni del Deep Space Network. SpaceX invece potrebbe sviluppare quella che chiamato la costellazione Marslink. Questa sarà basata sul design di Starlink permettendo di operare sia con unità in orbita che sulla superficie di Marte. Non mancheranno i collegamenti laser intersatellitari garantendo velocità elevate.

Le informazioni pubbliche più complete potrebbero essere fornite tra dicembre 2024 e gennaio 2025 mentre lo sviluppo proseguirà nel corso del prossimo anno così da arrivare in tempo per le future finestre di lancio verso il Pianeta Rosso. Marte rimane un obiettivo ambizioso, soprattutto quando sono coinvolti equipaggi umani. Lo sviluppo di un ecosistema vasto che possa garantire la sopravvivenza per lunghi periodi e una migliore conoscenza del pianeta sarà fondamentale per la riuscita delle operazioni nei prossimi anni.