JRC, allerta sull’IA Generativa: minori, donne e lavoro a rischio in Europa

Lo studio indica un innegabile potenziale di crescita e produttività in settori chiave come la sanità e le industrie culturali legate alle nuove tecnologie di intelligenza artificiale generativa. Al contempo, il rapporto espone le sfide cruciali, inclusa l’esposizione di minori e donne a specifici rischi di manipolazione, pregiudizio algoritmico e questioni di privacy. La ricerca ribadisce l’urgenza di interventi politici mirati e di un allineamento normativo per assicurare uno sviluppo della GenAI coerente con i valori e il quadro legale dell’Unione.

Il Centro Comune di Ricerca (JRC), l’organo scientifico della Commissione Europea, ha reso pubblici i risultati della sua analisi approfondita sull’Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI) e ha tracciato nel rapporto un quadro dettagliato del suo impatto sull’Unione Europea. Secondo il rapporto, questa tecnologia possiede la capacità di dare un impulso considerevole alla crescita e alla produttività in ambiti vitali dell’UE. Lo studio predittivo mette in evidenza il potenziale della GenAI nel generare un cambiamento profondo e stimolare la produttività e la trasformazione sociale.

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La ricerca del JRC mette in luce anche come il rapido sviluppo della GenAI comporti rischi trasversali che richiedono pronta attenzione. Tra questi, figurano l’accentuazione della disinformazione, il pregiudizio algoritmico, gli scuotimenti occupazionali e le questioni legate alla protezione dei dati personali.

Un dato saliente del rapporto riguarda la vulnerabilità di specifiche fasce della popolazione. Minori e donne emergono come i gruppi più esposti ai pericoli derivanti dall’utilizzo della GenAI. Per i bambini, sebbene la GenAI possa apportare benefici concreti e personalizzarne l’apprendimento e stimolare la creatività, il rapporto avverte di rischi di manipolazione e problemi di privacy. Gli esperti notano che le capacità cognitive dei bambini, ancora in sviluppo, li rendono più suscettibili ai pericoli delle false informazioni veicolate da questi sistemi.

Le donne, a loro volta, affrontano la possibilità di disuguaglianze, specialmente nei processi di assunzione, dove algoritmi di IA possono mostrare una preferenza per candidati uomini, anche a parità di qualifiche. Il JRC ha condotto un esperimento che ha riscontrato pregiudizi di genere nei modelli di IA impiegati per la valutazione del rischio nel settore finanziario, con un divario di circa il 4% a favore degli uomini, un risultato che trova eco in altri studi condotti su sistemi utilizzati dalle banche. Questi pregiudizi nascono spesso da dati di addestramento che riflettono disuguaglianze storiche e sistemiche.

In un contesto globale, il rapporto colloca l’Unione Europea al terzo posto nel panorama competitivo della GenAI, dietro Stati Uniti e Cina. L’UE contribuisce al 7% delle attività globali di GenAI, considerando ricerca, nuovi brevetti, operazioni commerciali e investimenti. Sebbene l’Europa sia al secondo posto a livello globale nelle pubblicazioni di ricerca sulla GenAI, con il 21% degli articoli mondiali e oltre 3.000 nel 2023, i brevetti depositati nell’UE costituiscono solo il 2% del totale globale. Questo dato evidenzia la necessità di maggiori investimenti in soluzioni di GenAI. Inoltre, le startup europee nel campo della GenAI incontrano difficoltà nell’accedere al capitale di rischio, il che costituisce un evidente divario di finanziamenti rispetto agli Stati Uniti.

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La GenAI nei settori chiave: opportunità e sfide

Il rapporto del JRC analizza in dettaglio l’impatto della GenAI in diversi settori chiave. Nella cybersicurezza, la GenAI promette di rafforzare la difesa dalle minacce, pur introducendo nuove vulnerabilità. Nelle industrie creative, abilita la produzione di contenuti inediti, ma solleva questioni sull’omogeneizzazione degli stili e sui diritti di proprietà intellettuale. Per l’istruzione, offre esperienze di apprendimento personalizzate e democratizza l’accesso al sapere, ma comporta il rischio di dipendenza dalla tecnologia e di pregiudizi. Nel campo della scienza, la GenAI accelera la ricerca e la scoperta, ma necessita attenzione per evitare bias e mantenere l’integrità scientifica. Nel settore della salute, migliora la diagnostica e la cura personalizzata, tuttavia impone rigore etico e nella protezione dei dati, oltre a destare preoccupazioni per il de-skilling dei clinici. Infine, nel settore pubblico, mira a ottimizzare l’efficienza e la trasparenza dei servizi, a condizione che vi siano governance e normative chiare per un uso responsabile ed etico.

Per valorizzare i benefici della GenAI e proteggere al contempo i diritti fondamentali, il rapporto sottolinea la necessità di un approccio politico multidisciplinare e strategico. Richiede una stretta armonia con le normative dell’UE, come la Legge sull’Intelligenza Artificiale (AI Act) e la legislazione sui dati, oltre che con le politiche di politica industriale dell’UE nel campo dell’IA. L’obiettivo consiste nell’assicurare che la GenAI permanga affidabile, inclusiva e pienamente coerente con i valori democratici e il quadro normativo dell’Unione Europea.

Ekaterina Zaharieva, Commissaria per le Startup, la Ricerca e l’Innovazione, ha dichiarato: “L’Europa possiede la capacità di assumere un ruolo guida nell’IA generativa. Con le politiche e gli investimenti appropriati, possiamo stimolare la competitività e l’espressione di nuove soluzioni. La consulenza scientifica indipendente assiste l’UE nel trarre vantaggio da una tecnologia complessa e in rapida evoluzione come l’IA generativa”. A dimostrazione di questo impegno, la Commissione ha avviato una prima serie di opportunità di finanziamento con quasi 700 milioni di euro per integrare l’Intelligenza Artificiale generativa in settori strategici europei quali la produzione, la robotica, la salute o l’energia. Ricercatori, coloro che introducono nuovi approcci, aziende industriali e altri soggetti interessati prenderanno parte a GenAI4EU, l’iniziativa faro della Commissione per promuovere una GenAI “made in Europe”.