IP Cam e rischi privacy: il monitoraggio del loro traffico può suggerire ai malintenzionati se la casa è libera

L’adozione di soluzioni di videosorveglianza è divenuta abbastanza diffusa in questi ultimi anni grazie al fatto che l’evoluzione tecnologica ha permesso di realizzare dispositivi più pratici da installare e più semplici da usare rispetto alle vecchie installazioni di impianti a circuito chiuso. Oggi abbiamo dispositivi basati su connessioni WiFi, in grado di connettersi ad internet e di consentire il monitoraggio della nostra abitazione anche quando siamo dall’altra parte del mondo, per svago o per necessità.

Una bella comodità, ma che per sua natura può presentare qualche rischio per la privacy. Il dubbio ha colto anche i ricercatori della Queen Mary University di Londra (QMUL) e della Chinese Academy of Science i quali, utilizzando i dati forniti da un grande produttore cinese di IP Cam, hanno scoperto situazioni in cui è possibile monitorare il traffico di rete per desumere se i padroni di casa siano all’interno dell’abitazione oppure no, permettendo potenzialmente a malintenzionati di sapere quale possa essere il momento propizio per compiere le proprie malefatte.

Monitorare il traffico delle IP Cam

I ricercatori hanno infatti osservato che i pattern e i volumi di traffico mutano in maniera considerevole nel momento in cui le IP cam riprendono un ambiente statico o un ambiente con soggetti in movimento. Quindi in un ambiente reale sarebbe possibile, ad esempio, monitorare passivamente il traffico di una rete domestica per capire se all’interno di un’abitazione vi possa essere qualcuno o se fosse al momento disabitata. Chiaramente questo richiede comunque un certo livello di competenza tecnica, comunque alla portata di qualsiasi hacker di medio livello. Il rischio è che qualcuno possa costruire un dispositivo atto allo scopo da mettere in vendita sul mercato nero della rete.

Uno scenario potenziale potrebbe essere il monitoraggio del traffico generato dalle IP Cam di una casa per un lungo periodo di tempo alla fine di ottenerne un modello. Dopo il periodo di osservazione si può iniziare una fase previsionale, sulla base del modello, per provare ad “indovinare” quale sia la situazione all’interno della casa e trovare riscontri con la realtà. Una volta affinato il modello e migliorata la sua accuratezza probabilistica, il malintenzionato potrebbe passare all’azione e individuare il momento migliore per saccheggiare la casa.

I ricercatori, che porteranno avanti altri studi su questo campo, stanno ora immaginando quali soluzioni realizzare per arginare il problema, sviluppando sistemi più intelligenti che consentano alle IP Cam di meglio comprendere cosa stanno riprendendo ed inviare quindi flussi video e segnalazioni solo in caso di reale necessità. Lo studio è stato pubblicato in occasione della Conferenza internazionale IEEE sulle comunicazioni informatiche.