Intel cambia tutto (di nuovo): chi entra, chi esce. Il CEO Tan rinnova i vertici

Intel ha annunciato una nuova ondata di cambiamenti al vertice, a conferma della ristrutturazione strategica avviata con l’arrivo di Lip-Bu Tan come CEO lo scorso marzo. Le mosse puntano a rafforzare il business core dei processori, consolidare la divisione foundry e accelerare lo sviluppo di soluzioni ingegneristiche personalizzate.

Tra le novità principali spicca l’ingresso di Kevork Kechichian, ex Arm, nominato executive vice president e general manager del Data Center Group (DCG). Con oltre 30 anni di esperienza nel settore, Kechichian guiderà l’evoluzione delle soluzioni server e cloud basate su processori Intel Xeon. 

Jim Johnson, veterano con 40 anni di carriera all’interno dell’azienda, assume ufficialmente la guida della Client Computing Group (CCG) dopo un periodo a interim. Sarà lui a supervisionare il lancio di Panther Lake, la nuova CPU mobile prevista per il prossimo autunno. 

Intel ha inoltre istituito il nuovo Central Engineering Group, affidata a Srinivasan “Srini” Iyengar, arrivato da Cadence Design Systems. Il gruppo si occuperà di funzioni ingegneristiche trasversali e darà vita a un nuovo business per lo sviluppo di soluzioni silicon custom per clienti esterni, in particolare nel settore hyperscale.

Sul fronte foundry, Naga Chandrasekaran, attuale CTO e COO di Intel Foundry, estenderà le proprie responsabilità includendo anche i servizi. L’obiettivo è creare una struttura più integrata che unisca sviluppo tecnologico, produzione e go-to-market.

Michelle Johnston Holthaus

Parallelamente, Intel ha annunciato la prossima uscita di Michelle Johnston Holthaus, storica dirigente con oltre 30 anni di carriera, che ha ricoperto ruoli chiave come co-CEO ad interim, responsabile CCG e chief revenue officer. Holthaus rimarrà come consulente strategico nei prossimi mesi per garantire una transizione ordinata. 

Questi cambiamenti arrivano in un momento cruciale: il governo statunitense ha recentemente definito un piano che prevede la conversione di alcuni sussidi pubblici in una quota del 10% di Intel, con vincoli legati al mantenimento del controllo sul business foundry. Le prossime sfide includono la ricerca di clienti per i processi Intel 18A e 14A, fondamentali per determinare il futuro della produzione interna di chip.