Sta scatenando una discussione internazionale la nuova idea della Commissione Europea, che vorrebbe cambiare le regole per il calcolo dell’impronta di CO2 delle batterie, anche di quelle per auto elettriche.
L’impronta di CO2 di una produzione industriale dipende principalmente dall’energia utilizzata e dalla sua fonte. Allo stato attuale nel calcolo per le batterie viene considerata l’energia elettrica effettivamente utilizzata, ovvero da quali contratti, impatto eventualmente mitigato dalla presenza di impianti di energia rinnovabile presso lo stabilimento.
È proprio ciò che volevano le case che hanno investito in sostenibilità: produrre con una impronta più bassa, grazie ai provvedimenti intrapresi. La Commissione però vorrebbe cambiare questa regola, e dal 2027 utilizzare il mix energetico nazionale.
L’industria automobilistica tedesca, in particolare, è subito insorta, ed ha chiesto al governo di opporsi a questa decisione. Questo perché il mix nazionale in Germania è ancora peggiore rispetto ad altri Paesi, a causa dell’uso di carbone e gas, rispetto, ad esempio, alla Francia che fa uso massiccio di nucleare.
Il timore è che possano diminuire gli investimenti in fabbriche a basso impatto, proprio perché col cambio della regola questi miglioramenti non porterebbero a un vantaggio competitivo sul prodotto finale. Secondo l’Associazione tedesca dell’industria automobilistica (VDA), “l’industria automobilistica stessa ha poca influenza sul mix energetico nazionale/regionale complessivo. Nel complesso, questa bozza è quindi in contrasto con gli approcci precedenti e porterebbe notevoli svantaggi per le sedi esistenti in Germania“.