Negli ultimi mesi quando ci si riferisce a un telescopio spaziale, spesso si cita il JWST in quanto le sue scoperte sono molto importanti e in grado di rivoluzionare la nostra conoscenza dell’Universo. Non bisogna però dimenticare che in orbita intorno alla Terra (a circa 500 km di quota) c’è anche il telescopio spaziale Hubble che continua a contribuire a fare nuove osservazioni nonostante gli anni di operatività.
Uno degli ultimi fotogrammi di NASA DART prima dello schianto
Una delle ultime osservazioni riguarda l’asteroide Dimorphos conosciuto a causa della missione DART (Double Asteroid Redirection Test) dove l’impatto di una sonda della NASA ne ha modificato il periodo orbitale intorno al più grande Didymos. Le analisi dei ricercatori stanno proseguendo e sono stati evidenziati alcuni detriti che si potrebbero essere separati per via dell’impatto ad alta velocità. Questo è quello che sappiamo.
Il telescopio spaziale Hubble osserva alcuni detriti dell’asteroide Dimorphos
Secondo quanto riportato in questi giorni gli astronomi hanno impiegato il telescopio spaziale Hubble e in particolare lo strumento WFC3 (alla lunghezza d’onda di 350 nm, nel visibile) per rilevare uno sciame di detriti che si sarebbero separati dal corpo dell’asteroide Dimorphos dopo l’impatto con la sonda DART.
La sonda aveva una massa di circa 500 kg quando si è schiantata contro l’asteroide, molto ha fatto però la velocità di 22500 km/h che ha impresso una buona energia così da modificarne la velocità rispetto all’asteroide più grande.
Attualmente non c’è certezza assoluta che questi frammenti siano effettivamente stati scagliati nello Spazio a causa di DART. Si tratterebbe però di una delle ipotesi più probabili. Si tratterebbe poi di massi che erano già presenti sulla superficie di Dimorphos e non di frammenti effettivamente scagliati lontano dall’impatto.
Stando ai dati del telescopio spaziale Hubble i frammenti rilevati sarebbero 37 con dimensioni variabili da 1 metro fino a 6,7 metri di diametro con una massa complessiva che sarebbe solamente lo 0,1% di Dimorphos. Questi frammenti si starebbero allontanando a circa 1 km/h. Interessante notare che alcuni di questi massi sarebbero tra gli oggetti più deboli mai rilevati nel Sistema Solare.
Altre stime mostrerebbero che l’impatto di DART avrebbe “smosso” il 2% dei massi presenti sulla superficie dell’asteroide. Le osservazioni del telescopio spaziale Hubble possono iniziare a fornire elementi per capire quanto sia grande il cratere creatosi mentre la missione ESA HERA permetterà di avere una stima più precisa.
Ci sono diverse ipotesi sulla formazione di Dimorphos. La prima è che si tratterebbe di materiale sparso dal più grande Didymos e poi tenuto insieme dalla forza di attrazione gravitazionale (modesta ma sufficiente). Oppure potrebbe essersi formato a causa di un impatto tra Didymos e un altro oggetto. Si tratterebbe quindi di un conglomerato di rocce non particolarmente compatto.