Il cloud di Western Digital è ancora down, ma c’è una soluzione per accedere ai file

Da quando Western Digital ha annunciato di aver rilevato un’intrusione nei suoi sistemi, la società statunitense si è trincerata dietro un silenzio allarmante. A dare ancora più noie ai possessori dei suoi prodotti, il fatto che i servizi My Cloud, My Cloud Home, My Cloud Home Duo, My Cloud OS5, SanDisk ibi e SanDisk Ixpand Wireless Charger sono andati offline, impedendo ai clienti l’accesso ai loro file.

Nelle scorse Western Digital ha finalmente dato un cenno di vita, rivolgendosi ai possessori di My Cloud Home, My Cloud Home Duo e SanDisk ibi. “Stiamo attualmente sperimentando un’interruzione del servizio che impedisce l’accesso ai file e l’uso delle applicazioni fornite con il nostro prodotto, incluse le app mobile, desktop e web. Durante questa interruzione del servizio, potete accedere ai file archiviati localmente sul vostro dispositivo utilizzando una funzione chiamata Accesso locale (Local Access)“.

“La funzionalità vi consente di accedere direttamente ai vostri file personali da PC Windows o macOS che sono connessi alla stessa rete del vostro dispositivo. Per abilitare Local Access, usate il vostro browser preferito e collegatevi alla dashboard del vostro dispositivo. Poi abilitate la funzionalità Local Access e create un nuovo account Local Access. Per maggiori informazioni e un video passo-passo, visitate questo articolo“. Le istruzioni sono piuttosto laboriose e complicate, per cui è necessario procedere senza saltare passaggi e con molta calma.

WD spiega che per i prodotti My Cloud OS5 (serie My Cloud PR ed EX) l’accesso locale è già abilitato e funzionante. “Continuiamo a fare ogni sforzo per ripristinare tutti i servizi il più rapidamente possibile e forniremo aggiornamenti non appena li avremo. Ci scusiamo per gli eventuali disagi e apprezziamo la pazienza della nostra comunità di utenti mentre continuiamo a impegnarci con urgenza per ripristinare tutti i servizi”.

Ricordiamo che una terza parte non autorizzata ha ottenuto l’accesso a molteplici sistemi aziendali il 26 marzo. “Sulla base dell’indagine svolta fino a oggi, la società ritiene che la parte non autorizzata abbia ottenuto determinati dati dai suoi sistemi e stia lavorando per comprenderne la natura e la portata”, recita l’unica nota finora diramata di qualche giorno fa.