Google nella bufera, multata dall’UE per 2,95 miliardi: abuso di posizione dominante nel settore delle pubblicità online

La Commissione Europea ha sanzionato Google con una multa da 2,95 miliardi di euro per aver abusato della propria posizione dominante nel mercato delle tecnologie pubblicitarie online, noto come adtech. Secondo Bruxelles, l’azienda avrebbe distorto la concorrenza favorendo i propri strumenti a scapito dei rivali, danneggiando così editori, inserzionisti e fornitori di servizi pubblicitari.

L’indagine era partita nel giugno 2021, concentrandosi sui server di annunci per editori e sugli strumenti di acquisto di spazi pubblicitari programmatici. Le verifiche hanno evidenziato che Google, attraverso il suo ad server DoubleClick for Publishers (DFP) e le piattaforme Google Ads e DV360, avrebbe avvantaggiato il proprio exchange AdX rispetto ai concorrenti. Le condotte, considerate violazioni dell’articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, sarebbero state messe in atto almeno dal 2014.


Secondo la vicepresidente della Commissione con delega alla concorrenza, Teresa Ribera, Google dovrà proporre entro 60 giorni misure concrete per eliminare i conflitti di interesse lungo la filiera dell’adtech, pena ulteriori sanzioni. La decisione è stata assunta anche considerando la gravità e la durata delle pratiche, oltre al fatto che l’azienda era già stata sanzionata in passato per analoghi abusi.

La risposta di Mountain View è arrivata con una nota di Lee-Anne Mulholland, Vicepresidente e Responsabile Globale degli Affari Regolamentari. Secondo la dirigente, la multa sarebbe “ingiustificata” e fondata su “interpretazioni errate di un settore altamente competitivo e in rapida evoluzione”. Google ha annunciato ricorso e sostiene che le modifiche richieste da Bruxelles potrebbero “danneggiare migliaia di aziende europee, rendendo più difficile per loro generare profitti”.

Il colosso tecnologico ribadisce che il procedimento riguarda esclusivamente i servizi pubblicitari per terze parti e non la pubblicità legata alle ricerche, che rappresenta la quota principale del suo business. Mountain View sostiene inoltre che le sue soluzioni aiutano editori e inserzionisti a sostenere la produzione di contenuti online, contribuendo a un ecosistema più ampio e diversificato.

La sanzione segna un nuovo capitolo nei rapporti tra l’UE e Google, già più volte nel mirino delle autorità antitrust europee per condotte ritenute anticoncorrenziali. Nelle scorse ore il colosso statunitense aveva già dovuto avere a che fare con altri sanzioni.