Gli USA e la NASA non vogliono perdere la corsa alla Luna contro la Cina nonostante i ritardi

La Cina sembra in vantaggio rispetto agli Stati Uniti nella nuova corsa alla Luna che, entro il 2030, dovrebbe portare un equipaggio sulla superficie del nostro satellite naturale dopo la fine del programma Apollo nel 1972. Una sfida importante sia per questioni tecnologiche, che scientifiche ma anche politiche. La CNSA ha mostrato diversi progressi recentemente come l’accensione dei motori del razzo spaziale Lunga Marcia 10, le prove del lander lunare Lanyue o della capsula Mengzhou. Nel frattempo la NASA si avvicina al lancio della missione Artemis II, che potrebbe avvenire già a febbraio 2026 e non al più tardi di aprile 2026.

nasa sls

Si tratterà della prima missione che porterà l’essere umano oltre l’orbita bassa terrestre dal programma Apollo e che proverà il funzionamento di molti dei sistemi che saranno poi necessari agli astronauti durante la missione Artemis III (prevista per il 2027, ma che potrebbe subire dei ritardi). La Cina invece punta a un test generale senza equipaggio nel 2027 e a un allunaggio nel 2029.

NASA: la Cina e la paura degli USA nella nuova corsa alla Luna

Negli scorsi giorni si è tenuta un’udienza al Congresso statunitense chiamata There’s a Bad Moon on the Rise: Why Congress and NASA Must Thwart China in the Space Race per discutere i progressi del programma Artemis e in particolare della possibilità di tornare sulla Luna prima che ci riesca la Cina. A spingere l’opzione per proseguire (almeno per il momento) il programma spaziale come previsto è il senatore repubblicano Ted Cruz che è riuscito a trovare altri 6,7 miliardi di dollari di stanziamenti per supportare NASA SLS, Orion e il Lunar Gateway, anche se il budget dell’agenzia sarà discusso e forse approvato, il 10 settembre.

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Il senatore ha sottolineato come “sarebbe una follia” non utilizzare l’hardware che è già in fase di costruzione o già costruito e in fase di assemblaggio considerando che è già stato pagato. In passato molte altre voci si sono sollevate sull’insostenibilità di un programma così costoso a causa di precedenti contratti e scelte di utilizzare un vettore come lo Space Launch System che non è riutilizzabile.

Durante la sessione è stato anche ascoltato Jim Bridenstine (ex amministratore della NASA, ora impegnato con ULA) che ha fatto dichiarazioni molto forti in merito alla sfida contro la Cina. Secondo Bridenstine “a meno che qualcosa non cambi, è altamente improbabile che gli Stati Uniti battano la timeline prevista dalla Cina per arrivare superficie della Luna”.

L’attenzione si è però spostata non tanto su NASA SLS (sistemi di terra e altre componenti) quanto piuttosto sul lander lunare, una versione modificata del vettore SpaceX Starship. A causa delle sue dimensioni e della sua massa Starship ha bisogno di diversi rifornimenti in orbita per raggiungere la Luna. Secondo il dirigente di ULA “quell’architettura è straordinariamente complessa. Non ha molto senso”.

nasa lunar gateway

Secondo Bridenstine una delle possibilità sarebbe quella di lasciare “il nuovo allunaggio” alla Cina e concentrarsi sulle operazioni di più lungo periodo, evitando di ripetere le scelte del programma Apollo con missioni di breve durata. Per questo si è tornati a parlare del Lunar Gateway come avamposto lunare orbitante così da poter sfruttare collaborazioni con altre agenzie internazionali e società private.

La senatrice Maria Cantwell (Partito Democratico) ha dichiarato in merito alla competizione con la Cina che “oggi siamo qui in una corsa contro la Cina per tornare sulla Luna e rimanere lì. Battere la Cina sulla Luna non è solo vantarne dei diritti, e non si tratta certamente solo di conquistare titoli. Ma oggi, è chiaro che il presidente Xi, il presidente Putin e il primo ministro Modi sono tutti in Cina per discutere di sicurezza nazionale e di strategie che potrebbero facilmente includere Spazio e difesa e implicazioni sulla sicurezza e sulla difesa”.

Sean Duffy (attuale amministratore ad interim della NASA) è apparso in televisione su Fox News ripetendo che “in tutto il Mondo le persone si uniscono a sostegno della NASA e dell’esplorazione spaziale. La NASA è una delle più grandi agenzie americane e sono qui per dirvi che torneremo sulla Luna e poi su Marte!”. Successivamente Duffy ha anche aggiunto che “la Cina NON andrà sulla Luna con buone intenzioni. L’America arriverà PRIMA, preservando la pace sia per gli Stati Uniti che per i nostri partner internazionali”.

cina nasa

Poche ore fa l’account ufficiale della Casa Bianca ha riportato le parole di Duffy dove si afferma che gli Stati Uniti torneranno sulla Luna prima che Donald Trump concluda il suo mandato. Si sottolinea poi che non si tratterà di missioni di breve durata ma si andrà sulla Luna per restarci aggiungendo che “la Cina vuole arrivarci, ma noi ci arriveremo prima, noi vinceremo la seconda corsa allo Spazio”.

Anche Jared Isaacman, che sarebbe potuto diventare amministratore della NASA se la sua candidatura non fosse stata ritirata da Trump dopo un’iniziale supporto, ha voluto parlare dell’udienza. Secondo Isaacman è giusto dare l’attenzione che si merita la NASA ma lo si sta facendo nel modo sbagliato. Puntare il dito sul rifornimento orbitale del quale hanno bisogno sia il lander di SpaceX che quello di Blue Origin (MK2), non è la strada giusta. “Concordo sul fatto che dovremmo chiederci perché i contribuenti abbiano speso oltre 100 miliardi di dollari negli ultimi decenni per cercare di tornare sulla Luna e si trovino ancora di fronte a un viaggio così complicato. L’SLS è straordinariamente costoso, Orion ha problemi, le tute non sono pronte, i lander non sono pronti e, di sicuro, c’è una reale possibilità che la Cina possa arrivarci prima del nostro grande ritorno” ha scritto in un post su X.

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Isaacman ha poi aggiunto che “se tutto ciò che volessimo fosse un altro LEM in stile Apollo, questo avrebbe sicuramente semplificato le cose, ma stiamo cercando di ripetere il 1969? O di essere pionieri nelle tecnologie che amplieranno la capacità dell’America di esplorare, scoprire e difendere lo Spazio?”.

In generale le “paure” degli Stati Uniti sembrano ben fondate considerando le recenti missioni spaziali della Cina, che hanno dimostrato come la CNSA sia decisamente capace di raggiungere gli obiettivi che si prefigge. Cosa accadrà da qui a qualche anno è ancora difficile dirlo con certezza, ma se qualche tempo fa era difficile credere che la Cina avrebbe superato gli USA in così poco tempo in questo campo, ora non è solo una speculazione. Lo Spazio rappresenta poi non è solo Scienza ma anche una frontiera importante per operazioni militari che possono determinare anche confronti sulla Terra oltre che un nuovo sbocco commerciale. Il confronto tra Cina e USA potrebbe essere ben più importante di quello tra URSS e USA.