Gli ultimi aggiornamenti sulla Stazione Spaziale Internazionale e la perdita della Soyuz MS-22

Negli scorsi giorni la notizia della perdita a uno dei sistemi di raffreddamento della Soyuz MS-22, attualmente attraccata alla Stazione Spaziale Internazionale, ha fatto il giro del Mondo. Si tratta di un problema grave anche se gli astronauti a bordo della ISS non sono in immediato pericolo di vita e non sono in atto procedure di emergenza. Il punto più importante che rimane da chiarire è se la navicella russa potrà effettivamente tornare sulla terra Frank Rubio (NASA), Sergey Prokopyev (Roscosmos) e Dmitri Petelin (Roscosmos).

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Nel corso degli scorsi giorni sono stati eseguiti una serie di controlli con il braccio robotico europeo (ERA) e con il Canadarm2. Nessuno di questi ha però dato esito positivo per determinare correttamente una strategia futura e quindi NASA e Roscosmos stanno proseguendo le analisi per definire come agire nelle prossime settimane. Nelle scorse ore si è tenuta anche una conferenza stampa ufficiale congiunta per parlare del problema. Ecco quello che è emerso.

Gli aggiornamenti sulla Stazione Spaziale Internazionale e la Soyuz MS-22

Durante la conferenza Sergei Krikalev (direttore del volo umano di Roscosmos) ha dichiarato che il foro è largo circa 0,8 mm danneggiando una parte del sistema di raffreddamento della Soyuz MS-22. Il dirigente russo ha specificato che attualmente non è ancora stato scelto se sarà possibile utilizzare questa navicella oppure ne sarà inviata una senza equipaggio (MS-23) nei prossimi mesi. Serviranno ulteriori test che verranno eseguiti nelle prossime settimane. Si tratterebbe comunque di aspettare fino ad almeno la metà di febbraio 2023 per lanciare MS-23 verso la Stazione Spaziale Internazionale.

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Sia NASA che Roscosmos hanno escluso che il problema alla Soyuz MS-22 sia dovuto a un micrometeoroide legato alle Geminidi. Non è comunque escluso possa essere un altro micrometeorite, un detrito spaziale o anche un difetto di fabbricazione. Yury Borisov (direttore generale di Roscosmos) ha aggiunto “il danno si è rivelato essere un circuito esterno, molto probabilmente un micrometeorite o detriti spaziali, ma finora questa è la conclusione preliminare della nostra commissione”.

La buona notizia è che il refrigerante uscito dal sistema non ha danneggiato pannelli solari o oblò della ISS (e anche l’attività extraveicolare statunitense, pur in ritardo, si è svolta correttamente).

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Secondo quanto riportato da RIA Novosti è stata esclusa una riparazione in orbita, anche attraverso una attività extraveicolare. Sempre stando a una fonte di Roscosmos sarebbero fuoriusciti circa 44 litri di refrigerante tenuto a 3 atm. Il problema principale non sarebbe la riparazione del foro quanto piuttosto reinserire il refrigerante. Attualmente la temperatura viene tenuta sotto controllo (a 27°C) spegnendo il sistema di condizionamento della navicella e utilizzando invece quello della Stazione Spaziale Internazionale. Ovviamente quando la capsula si staccherà alla ISS per il rientro questo non sarà più possibile portando a un potenziale innalzamento delle temperature.

In tutto questo si inserisce anche la dichiarazione di Borisov riguardante la permanenza di Russia/Roscosmos a bordo della ISS. Secondo il direttore generale “oggi abbiamo il permesso ufficiale [ndr. dal governo russo] di lavorare sulla ISS fino all’età di 24 anni compresi. E abbiamo già chiesto la continuazione fino all’età di 28 anni. Certo, manterremo la nostra presenza il più a lungo possibile, ma nessuno sa come si comporterà la stazione in futuro. La situazione con la Soyuz MS-22 ha dimostrato che possono verificarsi situazioni di emergenza, nessuno è immune da queste cose”. Questo significa che la Russia potrebbe restare almeno fino al 2028 con la fine della vita operativa della ISS prevista per il 2030. Nel frattempo entro la fine del 2025 potrebbe essere lanciato il primo modulo di ROSS, la stazione spaziale russa.