Mentre l’attenzione è ancora focalizzata sulla recente serie Galaxy S25, emergono già dettagli interessanti sui piani dell’azienda coreana per il prossimo anno. La notizia più rilevante riguarda il possibile ritorno dei processori Exynos nella linea Galaxy S, dopo la loro assenza nella generazione attuale.
La serie Galaxy S25, adesso disponibile al pubblico, utilizza esclusivamente il chip Snapdragon 8 Elite di Qualcomm in tutti i mercati globali. Questa decisione è stata presa a seguito di problemi di resa produttiva riscontrati con il SoC Exynos 2500, originariamente destinato ad alcuni mercati specifici. Secondo fonti vicine all’azienda, però, Samsung non ha abbandonato lo sviluppo dei propri chip e sta lavorando a Exynos 2600.
Nuovo Exynos 2600 sui Galaxy S26 con processo produttivo SF2 a 2 nm?
Il nuovo SoC Exynos 2600 sarà basato sul processo produttivo SF2 a 2 nanometri di Samsung, una tecnologia che l’azienda prevede di stabilizzare per la produzione nella seconda metà del 2025. Il nuovo processo dovrebbe condurre a miglioramenti sostanziali rispetto alla generazione precedente: si parla di un aumento delle prestazioni del 12%, un incremento dell’efficienza energetica del 25% e una riduzione delle dimensioni del chip del 5% rispetto al processo SF3 a 3 nm.
Le fasi di pre-produzione del nuovo SoC sembrano procedere secondo i piani, con rese produttive che superano le aspettative iniziali. In questa fase di test, si registra una resa superiore al 30%, un dato che infonde ottimismo nei dirigenti Samsung per l’implementazione efficace sui dispositivi di prossima generazione. Se le rese dovrebbero continuare a essere soddisfacenti, la produzione di massa del nuovo chip potrebbe iniziare già nel quarto trimestre di quest’anno, in tempo per l’integrazione nei dispositivi Galaxy S26 previsti per gennaio 2026.
L’obiettivo è chiaramente evitare i ritardi che hanno afflitto lo sviluppo di Exynos 2500, compromettendone l’utilizzo nella serie Galxy S25. Il ritorno di Exynos nella serie Galaxy S rappresenterebbe un’ottima notizia per Samsung, visto che le permetterebbe di ridurre la dipendenza da fornitori esterni e di mantenere un maggiore controllo sulla catena di produzione. Potrebbe, però, essere una notizia meno gradevole per gli utenti, dal momento che storicamente i processori di Samsung si sono rivelati inferiori in termini di prestazioni ed efficienza rispetto alle controparti di Qualcomm.