Fame di ‘Fab’: il fondatore di TSMC rivela la pazza richiesta dei clienti

Morris Chang, fondatore di TSMC, ha dichiarato che i clienti che progettano chip dedicati all’intelligenza artificiale hanno una fame produttiva insaziabile, tanto da richiedere al colosso taiwanese la costruzione di ben 10 nuove Fab (impianti produttivi) per coprire la domanda.

L’incapacità della filiera produttiva dei semiconduttori di soddisfare rapidamente le necessità delle società che progettano i chip per l’IA, e a cascata dei propri clienti, è ormai cosa ben nota.

NVIDIA, leader del settore, fatica a soddisfare le richieste (secondo alcuni sfruttando questa carta a proprio vantaggio) con spedizioni che fino a poco tempo fa avevano tempi di attesa di 8-11 mesi e che, solo recentemente, sarebbero scese a 3-4 mesi – comunque non pochi. Il problema non è tanto la produzione delle GPU, quanto la fase di packaging avanzata, cioè la “fusione” della GPU con la memoria HBM e tutto il resto.

Nelle scorse settimane si è parlato del piano “monstre” di Sam Altman di OpenAI per reperire fondi senza precedenti per costruire nuove Fab. Ebbene, se forse la cifra tra 5 e 7 trilioni di dollari trapelata è insensata (benché diffusa dall’autorevole WSJ), la domanda del settore è comunque fuori scala.

Non si tratta di decine di migliaia di wafer“, ha detto Morris Chang, come riporta il quotidiano locale Nikkei. “Stanno parlando di Fab e ci dicono ‘Abbiamo bisogno di tante Fab. Abbiamo bisogno di tre, cinque, 10 Fab‘ Beh, non riesco quasi a crederci“. Chang prevede che la domanda di chip per l’IA si collocherà nel mezzo, “tra decine di migliaia di wafer e decine di Fab“.

TSMC, secondo il fondatore Morris Chang la globalizzazione è ‘quasi morta’

Costruire una Fab è un investimento di svariati miliardi di dollari, figurarsi realizzarne una decina: potrebbe richiedere un impegno di centinaia di miliardi di dollari. TSMC, per il 2024, prevede di investire nella capacità produttiva tra 28 e 32 miliardi dollari, quindi si parla di cifre fuori portata anche per società dalle tasche profonde.

La sensazione è che, piano ambizioso di Sam Altman a parte, la produzione non coprirà la domanda per molto tempo, in una continua rincorsa tra incrementi ponderati e costanti di capacità produttiva e richiesta in aumento.

D’altronde i clienti che progettano chip per l’IA non solo richiedono una produzione elevata, ma anche processi produttivi sempre più avanzati che necessitano di anni per restituire un ritorno dall’investimento.

TSMC, Intel e Samsung possono impegnarsi, ma fino a un certo, nell’avanzare la produzione tanto quantitativamente quanto qualitativamente, ma non nei tempi e modi richiesti. Che si vada verso una condivisione degli investimenti con i clienti (NVIDIA, AMD, ecc.)?