Europa, 200 miliardi di euro per non rimanere stritolata tra Stati Uniti e Cina sull’IA

Durante l’Artificial Intelligence Action Summit di Parigi, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato l’iniziativa InvestAI, volta a mobilitare 200 miliardi di euro per investimenti nell’IA in Europa. Contestualmente, ha presentato l’European AI Champions, un’iniziativa promossa da aziende e investitori europei che collaborano a margine del vertice.

Von der Leyen ha inoltre rivelato il piano per la creazione delle “Gigafactories per l’IA”, ispirate al modello operativo del CERN di Ginevra: “Il CERN ospita il più grande acceleratore di particelle al mondo, permettendo alle menti più brillanti di collaborare. Vogliamo replicare questo approccio nelle nostre Gigafactories per l’intelligenza artificiale, fornendo infrastrutture per una grande potenza di calcolo. Ricercatori, imprenditori e investitori potranno unire le forze. I talenti di tutto il mondo saranno i benvenuti, mentre le industrie potranno collaborare e federare i loro dati”.

Le Gigafactories AI si baseranno sulle iniziative avviate nei mesi scorsi per mettere la potenza di supercalcolo dell’Europa al servizio di startup e scienziati. “In pochi mesi abbiamo istituito 12 fabbriche di intelligenza artificiale, con un investimento di 10 miliardi di euro. Questo non è un annuncio, è una realtà: il più grande investimento pubblico nell’IA al mondo, che sbloccherà oltre dieci volte tanto in investimenti privati”, ha dichiarato von der Leyen.

Queste iniziative si inseriscono nell’approccio distintivo dell’Europa all’IA, caratterizzato dalla cooperazione, dalla predilezione per l’open source per una più rapida diffusione e dall’uso di dati industriali e manifatturieri uniti al know-how europeo.

Sottolineando l’importanza della cooperazione, von der Leyen ha evidenziato i benefici dell’IA su scala globale, in particolare per i Paesi in via di sviluppo: “L’IA può essere un dono per l’umanità, ma dobbiamo garantire che i suoi benefici siano equamente distribuiti. Vogliamo un’IA etica, collaborativa e vantaggiosa per tutti”.

Interrogata sul ruolo dell’Europa rispetto a Stati Uniti e Cina, von der Leyen ha ribattuto: “Troppo spesso sento dire che l’Europa è in ritardo nella corsa all’IA, mentre Stati Uniti e Cina sono già avanti. Non sono d’accordo. La gara è solo all’inizio”.

Tuttavia, il Summit non è stato un successo unanime. Il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito la necessità di regole chiare per lo sviluppo dell’IA, una posizione che non ha trovato il sostegno di Regno Unito e Stati Uniti, i quali non hanno firmato la dichiarazione finale del vertice. Sessantuno Paesi, tra cui la Cina, si sono impegnati per un’IA “aperta, inclusiva ed etica” e hanno proposto un coordinamento più forte per evitare la concentrazione del mercato, rendendo la tecnologia più accessibile.

È stata inoltre annunciata la creazione di un osservatorio sull’impatto energetico dell’IA, coordinato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia, che riunirà le principali aziende del settore.

Il vicepresidente americano J.D. Vance ha criticato quella che ha definito “regolamentazione eccessiva“, sostenendo che potrebbe “soffocare un’industria in piena espansione“. “Faremo tutto il possibile per promuovere politiche pro-crescita nell’IA”, ha aggiunto, ribadendo il ruolo di leadership degli Stati Uniti.

Un portavoce del governo britannico ha dichiarato: “La dichiarazione finale non offre sufficiente chiarezza sulla governance globale, né affronta adeguatamente le questioni di sicurezza nazionale poste dall’IA”.

Dario Amodei, CEO di Anthropic, ha definito il Summit un'”occasione persa”, esortando governi e industria a “muoversi più velocemente e con maggiore chiarezza”. Pur riconoscendo l’impegno del governo francese nell’organizzazione dell’evento, ha sottolineato la necessità di un’azione più decisa per tenere il passo con i rapidi sviluppi della tecnologia.

Amodei ha inoltre avvertito che l’intelligenza artificiale sta diventando sempre più sofisticata e che l’assenza di una regolamentazione adeguata potrebbe avere conseguenze disastrose: “Le capacità avanzate dei sistemi di IA devono essere considerate come una nuova entità globale, popolata da intelligenze altamente sviluppate. Dobbiamo garantire che le democrazie guidino lo sviluppo dell’IA e che i regimi autoritari non la sfruttino per ottenere il predominio militare globale”.