ESA: novità su Philae della missione Rosetta, atterrato sulla cometa 67P

Sono passati ormai anni dalla missione Rosetta che ha portato l’ingegno umano sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Ma, come spesso accade quando si tratta di Scienza, anche una missione conclusa può portare a novità analizzando i dati a posteriori e scoprendo informazioni importanti. Questo è il caso dell’annuncio dell’ESA riguardante il lander Philae.

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Le novità dell’ESA sulla missione Rosetta e su Philae

Chi seguì la missione al tempo (lancio nel 2004, conclusione nel 2016) si ricorderà che non tutto andò come previsto nel caso di Philae. Il lander, dalle dimensioni di una lavatrice non si ancorò sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko utilizzando il sistema di rampini metallici.

Dopo lo sgancio dalla sonda Rosetta, la discesa verso il nucleo cometario durò circa 7 ore. Il lander rimbalzò sul sito di atterraggio previsto (Agilkia) e muovendosi per due ore fino al punto di atterraggio definitivo (Abydos).

Capire i saltelli di Philae è fondamentale

Come spiegato da Laurence O’Rourke dell’ESA, trovare il lander era fondamentale per capire meglio i dati raccolti dagli strumenti scientifici. Il ricercatore ha dichiarato “era importante trovare il sito di atterraggio perché i sensori su Philae indicavano che aveva scavato nella superficie, molto probabilmente esponendo il ghiaccio primitivo nascosto sotto, che ci avrebbe dato un accesso inestimabile a ghiaccio di miliardi di anni”.

Per capire la sequenza di eventi è stata impiegata sia la fotocamera OSIRIS (della sonda) sia il magnetometro ROMAP di Philae, fondamentale per la scoperta. Comparando i dati del magnetometro del lander con quella della sonda è stato possibile stabilire cosa successe.

Philae ha passato due minuti nel secondo sito di atterraggio toccando la superficie della cometa e lasciando delle tracce nel ghiaccio e nella polvere. Il lander è anche affondato per 25 cm (per tre secondi) nel ghiaccio lasciando segni chiari e rilevabili dalle fotocamere.

Il teschio sulla cometa e la polvere che sembra schiuma di un cappuccino

Questo viaggio imprevisto sulla superficie ha lasciato dei segni che hanno ricordato ai ricercatori un teschio per via della sua forma. L’occhio destro è stato creato dalla superficie superiore del lander per via della compressione della polvere. In questo rocambolesco movimento è stato anche esposto ghiaccio vecchio di miliardi di anni che ha brillato una volta esposto alla luce del Sole. Il teschio si trova a circa 30 metri dal punto definitivo dove il lander si è fermato.

philae cometa

Grazie all’analisi dei dati è stato anche possibile scoprire un’altra curiosità. La polvere superficiale di 67P/Churyumov-Gerasimenko è di consistenza morbida. I ricercato l’hanno descritta come più soffice della schiuma di un cappuccino o della schiuma che si trova in un bagno di bolle o in sopra le onde in riva al mare.

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Inoltre è stata confermata l’idea che la cometa sia un aggregato di polvere e porzioni di roccia con una struttura omogenea. E questa conformazione è rimasta la stessa da quando è nata, circa 4,5 miliardi di anni fa. Le informazioni permetteranno di sviluppare nuovi sistemi di atterraggio che tengano conto di questa struttura.