Gli attuali cambiamenti nel clima sono causati per la maggior parte dalla CO2 immessa in atmosfera dalle attività umane, insieme ad altri gas serra. Secondo l’Organizzazione Mondiale di Meteorologia (OMM) lo scorso anno c’è stato un incremento del 50% nell’immissione di CO2 nell’atmosfera, insieme all’immissione di una quantità preoccupante di metano di origine sconosciuta.
Nel 2016 l’aumento è stato drammatico: la concentrazione media della CO2 in atmosfera è arrivata a 403,3 parti per milione, contro le 400 ppm del 2015. Si tratterebbe del maggiore incremento da un anno al successivo degli ultimi 30 anni.
Sebbene l’emissione di CO2 da parte delle attività umane si sia ridotta di intensità negli ultimi due anni, la quantità di anidride carbonica immessa in atmosfera rimane enorme. Per di più, a essere significativo è il quantitativo di CO2 che risulta già in atmosfera e che contribuisce all’effetto serra, ulteriormente aumentato ogni anno e i cui effetti potrebbero propagarsi per secoli o millenni.
A preoccupare gli scienziati dell’OMM è però un altro dato: la quantità di metano che è stato rilasciato e che è ora libero nell’atmosfera. Secondo le analisi condotte su diversi campioni, il metano rilasciato negli ultimi tre anni non proverrebbe da fonti fossili, poiché gli isotopi del carbonio non sono riconducibili a tali fonti. Rimane, però, il mistero su quale sia l’origine di questo metano; la maggiore concentrazione è stata riscontrata nelle zone tropicali e sub-tropicali, che andrebbero quindi a escludere almeno parzialmente la generazione di metano nella taiga canadese e siberiana.
Il metano è un gas serra molto più potente dell’anidride carbonica e la sua presenza non era stata prevista quando sono stati stipulati gli accordi di Parigi sul clima. Scoprire la fonte di tale gas diventa quindi di primaria importanza per combattere un ulteriore innalzamento della temperatura.
Combattere attivamente i cambiamenti climatici richiede uno sforzo di proporzioni globali, che dev’essere portato avanti per lasciare un pianeta ancora abitabile alle future generazioni.