Durissimo colpo per Nintendo: l’ufficio brevetti giapponese boccia le accuse contro Palworld

Il contenzioso legale tra Nintendo e Pocketpair, sviluppatore di Palworld, si evolve con un inaspettato risvolto. L’Ufficio Brevetti del Giappone (JPO) ha respinto una delle domande di brevetto presentate da Nintendo. In particolare, quella relativa a meccaniche di cattura e lancio di oggetti simili a quelle viste nei giochi della serie Pokémon del quale si era discusso a novembre dello scorso anno.

La domanda, registrata con numero 2024-031879, tentava di brevettare il sistema di cattura dei mostri attraverso il lancio di una sfera durante il gameplay. Secondo il JPO, l’invenzione non presenta sufficiente originalità tecnica, poiché simili funzioni esistevano già in titoli precedenti come Monster Hunter 4, Ark: Survival Evolved, Craftopia (lo stesso studio di Palworld) e Pokémon Go. Certo, Pokémon è un titolo decisamente più anziano di quelli succitati, ma la richiesta è stata presentata nel 2024, figlia di un brevetto registrato solo nel dicembre del 2021.

Il documento ufficiale spiega che l’idea “poteva essere facilmente realizzata da chi possiede conoscenze comuni nel settore“, segnalando quindi la mancanza dei requisiti per la concessione del brevetto. La decisione non è ancora definitiva: Nintendo può presentare una versione modificata della domanda per tentare di ottenere l’approvazione.

Il rifiuto del brevetto non comporta conseguenze dirette sul processo in corso contro Pocketpair, ma secondo gli esperti citati da GamesFray, le corti giapponesi tendono a rispettare le valutazioni dell’Ufficio Brevetti. In altre parole, questa decisione potrebbe indebolire la posizione legale di Nintendo nel procedimento legale.

Nel frattempo, Palworld ha già modificato diverse parti del suo gameplay a causa della disputa: sono state rimosse le pal sphere ed è stato modificato il sistema di volo. Tuttavia, Pocketpair continua a difendere la propria posizione: nei documenti depositati in tribunale sostiene che i brevetti contestati siano invalidi e che le meccaniche di cattura dei mostri non siano una proprietà esclusiva di Nintendo.

Negli Stati Uniti, invece, la situazione è differente: lì Nintendo ha ottenuto un brevetto simile, che copre meccaniche di evocazione di un personaggio secondario durante i combattimenti. Resta da vedere quanto sarà effettivamente impugnabile in tribunale e quale impatto avrà sulle future produzioni videoludiche. Al momento, però, la disputa è confinata al territorio giapponese, per cui a prescindere dall’esito, non ha effetto sugli altri mercati.

La vicenda, dunque, è tutt’altro che conclusa, ma il recente parere dell’Ufficio Brevetti rappresenta un colpo non trascurabile per Nintendo, che da oltre un anno tenta di difendere la proprietà intellettuale dei suoi franchise più redditizi.