
Doom, pubblicato nel 1993 e famoso per aver dato il via al genere degli sparatutto in prima persona, è stato portato su numerose piattaforme informatiche, dagli oggetti più insoliti ai supercomputer: più recentemente vi avevamo raccontato della sua esecuzione su un powerbank, ma il popollare sparatutto di ID Software è riuscito a funzionare anche sulla TouchBar di un MacBook Pro Apple e addirittura all’interno di un PDF.
Ora Doom ha fatto il suo salto nello spazio: il satellite OPS-SAT è una sorta di “laboratorio volante” progettato dall’ESA per testare nuove metodologie di calcolo a bordo, e ospita un computer innovativo circa dieci volte più potente rispetto ai sistemi spaziali tradizionali. Questo satellite è stato concepito per superare le limitazioni legate alla potenza di calcolo a bordo di veicoli spaziali e per favorire esperimenti software avanzati, come giocare a scacchi o effettuare transazioni di borsa in orbita.
L’adattamento di Doom al satellite
Il programmatore islandese Ólafur Waage, che si definisce un “professionista della tastiera” e creatore di contenuti umoristici, ha raccontato all’Ubuntu Summit 25.10 di aver iniziato a sperimentare con Doom subito dopo che il gioco divenne open-source nel 1997. Ha scelto la versione open-source Chocolate Doom 2.3 per la sua compatibilità con la distribuzione Ubuntu LTS 18.04, la stessa utilizzata su OPS-SAT. Il codice in C relativamente semplice e le poche dipendenze esterne hanno facilitato l’adattamento del gioco al sistema del satellite. Waage aveva già illustrato l’impresa lo scorso anno in occasione dell’edizione 2024 del NDC TechTown.
Far girare Doom nello spazio ha però comportato qualche sfida legata sia alla portabilità del software, sia ai limiti hardware e di controllo missione propri dell’ambiente spaziale. Il processore onboard è un ARM dual-core Cortex-A9, che per gli standard spaziali è particolarmente potente. Il satellite, inoltre, non dispone di capacità grafiche hardware, quindi tutti i render del gioco sono stati generati via software. Per ovviare alla mancanza di uno schermo, il gioco veniva eseguito tramite file demo preregistrati, permettendo così la riproduzione automatica dei livelli con input prevedibili, facilitando l’analisi di eventuali anomalie causate dalle condizioni spaziali.
I risultati e l’esperimento scientifico
Il primo avvio di Doom sul satellite è avvenuto con successo pochi giorni dopo Natale del 2019. Per migliorare l’esperienza visiva e al contempo aggiungere un tocco scientifico, fu utilizzata la fotocamera del satellite per scattare immagini reali della Terra, sostituendo il tradizionale scenario marziano presente nel gioco con riprese reali. Nonostante le prestazioni visive e il frame rate fossero limitati, l’esercizio ha rappresentato un innovativo banco di prova per il software in orbita e la versatilità dei moderni sistemi di bordo. L’esperimento dimostrava inoltre come anche progetti di intrattenimento potessero fornire informazioni utili sul funzionamento e l’affidabilità dei sistemi spaziali in condizioni reali.
OPS-SAT è stato dismesso nel 2024, ma altre missioni come la nuova serie di satelliti OPS-SAT VOLT puntano a continuare esperimenti tecnologici all’avanguardia, incluse comunicazioni quantistiche. Waage ha manifestato l’intenzione di adattare Doom anche a queste piattaforme future, mantenendo vivo quello spirito pionieristico che rappresenta spesso un crocevia tra l’ingegneria e cultura internet.