L’amministrazione Trump ha deciso di esentare un’ampia gamma di prodotti tecnologici, tra cui smartphone, computer, processori e apparecchiature per la produzione di semiconduttori, dalle nuove tariffe doganali annunciate solo pochi giorni fa.
La decisione, pubblicata dalla U.S. Customs and Border Protection (CBP), rappresenta un’importante notizia per colossi dell’hi-tech come Apple, ma anche per milioni di consumatori americani e, indirettamente, per i mercati globali.
La mossa arriva dopo che il presidente Trump ha imposto nuovi dazi fino al 145% sulle merci cinesi importate negli Stati Uniti, con l’intento dichiarato di riequilibrare il deficit commerciale e contrastare pratiche ritenute sleali.
Tuttavia, l’inasprimento dei dazi aveva sollevato forti preoccupazioni nel settore tecnologico, dato che gran parte della produzione di elettronica di consumo avviene in Cina – e gli Stati Uniti non possono rimpiazzarla rapidamente. Il timore era che i rincari colpissero in pieno le tasche dei consumatori e rallentassero le attività di aziende americane, fortemente dipendenti dalla filiera produttiva asiatica.
Le esenzioni, entrate in vigore retroattivamente a partire dal 5 aprile 2025, riguardano una vasta gamma di dispositivi e componenti tecnologici: oltre a smartphone e laptop, sono esclusi hard disk, processori, memorie a stato solido, router, switch, display piatti, celle solari e perfino i macchinari per la produzione di chip. Proprio quest’ultimo punto è particolarmente rilevante per aziende come TSMC, che ha annunciato ingenti investimenti negli Stati Uniti per ampliare la produzione in loco (165 miliardi in totale).
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Il chiarimento è arrivato a seguito di una serie di ordini esecutivi emanati tra il 2 e il 9 aprile dalla Casa Bianca, che avevano inizialmente incluso una vasta platea di beni di consumo e componenti tecnologici nelle nuove tariffe. Solo con la pubblicazione di un Memorandum Presidenziale datato 11 aprile, è stata resa ufficiale la lista delle esenzioni. Le aziende che hanno già pagato i dazi in questi giorni potranno presentare domanda di rimborso.
Sebbene al momento l’esclusione dei prodotti tecnologici appaia come una decisione definitiva, fonti vicine all’amministrazione indicano che potrebbe trattarsi solo di un’esenzione temporanea. La Casa Bianca non ha fornito spiegazioni ufficiali, alimentando ipotesi su una possibile revisione futura che potrebbe introdurre tariffe mirate, ma di entità più contenuta, per alcuni settori come quello dei semiconduttori.