Detriti spaziali della capsula Crew Dragon di SpaceX della missione Crew-9 sono stati trovati in Marocco

Il 18 marzo la navicella spaziale Crew Dragon di SpaceX della missione Crew-9 ha riportato sulla Terra i quattro membri dell’equipaggio Nick Hague, Butch Wilmore e Suni Williams e Aleksandr Gorbunov. I primi tre sono astronauti della NASA, due dei quali erano parte del primo test con equipaggio della capsula Boeing Starliner, l’ultimo invece è un cosmonauta che era parte dell’equipaggio di questa missione. Durante il rientro le operazioni sono state nominali ma nelle scorse ore è emerso il ritrovamento di alcuni detriti legati al trunk (sezione posteriore non pressurizzata) della capsula Crew Dragon.

detriti crew dragon

Le immagini sono state catturate da un utente che le ha poi messe sui social. Il trunk della navicella è rientrato nell’atmosfera in maniera incontrollata il 24 marzo dopo essersi separato dalla capsula poco prima del rientro di quest’ultima. Si tratta di una procedura standard che permette di esporre lo scudo termico inferiore di Crew Dragon per permetterne il rientro.

I frammenti sono stati ritrovati nella zona di Erg Chech in Marocco, in linea con la traiettoria di rientro prevista. Le testimonianze parlano di un “meteorite” avvistato in un periodo compatibile con il rientro del trunk e il successivo ritrovamento dei frammenti al suolo in una zona desertica. Non si segnalano danni o feriti.

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Questa non è la prima volta che parti del trunk (realizzato in metallo e materiali compositi) di SpaceX Crew Dragon vengono ritrovati al suolo. Per esempio a maggio 2024 erano stati ritrovati in Canada quelli della missione Ax-3 e a inizio agosto 2022 erano invece ricaduti in Australia quelli della missione Crew-1. Per questo motivo la società statunitense, in accordo con la NASA, ha scelto di recuperare le capsule Crew Dragon non più nell’Oceano Atlantico ma nell’Oceano Pacifico.

L’annuncio dello spostamento dei recuperi delle navicelle è avvenuto a luglio 2024 e parte delle operazioni, del personale e dei veicoli di supporto sono già presenti sulla costa del Pacifico degli Stati Uniti. Questa scelta consentirà di far separare il trunk dopo la fine del deorbit burn e quindi i frammenti ricadranno nell’Oceano Pacifico evitando zone sulla terraferma rendendole intrinsecamente più sicure.