Causa collettiva contro Tesla, la sua assicurazione avrebbe alzato i premi annuali con falsi allert

Ancora una volta Tesla si trova contro il dito puntato dai suoi clienti, pronti a portare l’azienda texana in tribunale; al centro della diatriba c’è la funzione autopilot (da non confondere con il sistema di guida autonoma) che tutte le auto montano e i suoi “falsi allarmi”.

L’autopilot è un avanzato software di assistenza alla guida, che affianca il conducente e lo avvisa di eventuali pericoli: quest’ultima funzione non è però priva di bug, e sono ben noti diversi casi di “allert fantasma” ovvero situazioni in cui l’autopilot avvisava il conducente di un pericolo (o frenava l’auto) quando in realtà non ve n’era alcuna necessità.

Alcuni clienti americani che hanno sia acquistato una vettura Tesla, sia sottoscritto l’assicurazione del marchio con l’opzione “dati in tempo reale”, riportano di essersi trovati a dover pagare premi annuali più cari in seguito a questi falsi allarmi, in cui l’autopilot ha riportato tamponamenti che, in realtà, non si sono mai verificati.

Tesla assicurazione causa collettiva

La situazione è quantomai paradossale, considerando che la casa aveva lanciato sul mercato la sua assicurazione per proteggere i propri clienti da polizze troppo care, e che l’opzione “dati in tempo reale” dovrebbe portare al risultato opposto, ovvero a premiare uno stile di guida prudente e responsabile, con costi assicurativi più bassi.

Tesla assicurazione causa collettiva

A tale proposito, l’agenzia di stampa britannica Reuters (che sull’assicurazione Tesla ha stilato anche un report) ha riportato l’esperienza di Ricky Stephens, che ha deciso di unirsi alla class action contro Tesla.

L’azienda di Musk ha tentato di far archiviare la causa, ma il giudice Brad Seligman di Oakland della Corte superiore della contea di Alameda, ha respinto la richiesta di Tesla Insurance Services Inc.

La causa pertanto andrà avanti, con la prima udienza che si terrà a gennaio 2024.