
Nel corso di una puntata di Pulp Podcast con Fedez e Mr. Marra, il leader di Azione, Carlo Calenda, ha espresso la sua opinione su Bitcoin (anche se probabilmente intendeva riferirsi a tutte le criptovalute): “Il Bitcoin è uno schema Ponzi. Tutta quella roba esploderà a un certo punto”.
Apriti cielo. L’affermazione di Calenda ha scatenato una valanga di reazioni sui social, molte delle quali tutt’altro che benevole. Come riportato da StartupItalia, le critiche più accese sono arrivate dall’ecosistema delle criptovalute italiano e non solo.
Uno schema Ponzi è una truffa finanziaria in cui i guadagni dei primi investitori vengono pagati con il denaro dei nuovi investitori, anziché attraverso profitti reali generati da un’attività economica. Sebbene Bitcoin sia uno strumento finanziario con i suoi rischi e benefici, non può essere classificato come uno schema Ponzi. Tanto che sempre più aziende e istituti di credito, come Intesa Sanpaolo, lo acquistano come riserva di valore.
Nel passaggio incriminato, Calenda sembra inoltre confondere il Bitcoin con la memecoin di Trump, dimostrando una scarsa conoscenza del settore. I due strumenti hanno fondamentali completamente diversi: una memecoin è una criptovaluta basata su un meme o una tendenza virale, spesso priva di un reale valore tecnologico o di un’utilità concreta, con una forte componente speculativa.
Bitcoin, invece, può essere utilizzato come mezzo di pagamento e riserva di valore, si basa sulla scarsità e su una blockchain solida e decentralizzata, che garantisce la tracciabilità di tutte le transazioni. Il Bitcoin è matematica.
Young Platform, exchange italiano, ha realizzato un video in cui smonta le affermazioni del leader di Azione su Bitcoin.
Anche Umberto Zanin, della piattaforma di trading crypto Bidget, non ha risparmiato un commento al vetriolo.
Infine, anche Marcello Coppo, deputato di Fratelli d’Italia, ha attaccato Calenda sul tema: “Le dichiarazioni del senatore Carlo Calenda su Bitcoin, definito come uno ‘schema Ponzi’, dimostrano una profonda mancanza di conoscenza su un tema complesso e d’attualità come quello delle criptovalute e della tecnologia blockchain”.
“Vorrei ricordare al senatore che Bitcoin non è uno schema Ponzi per una serie di ragioni che chiunque abbia un minimo di competenza sull’argomento dovrebbe conoscere: non dà dividendi o guadagni a chi entra o esce, non è controllato da nessuno e non ci sono strutture piramidali. Bitcoin è, invece, un asset decentralizzato e trasparente basato su regole matematiche rigorose, qualità che lo hanno reso al centro dell’attenzione anche dei grandi investitori istituzionali”.
“È importante distinguere Bitcoin dalle altre criptovalute. Mentre Bitcoin è nato come una forma di valuta digitale e oggi è una riserva di valore, con un protocollo ben definito, le memecoin invece sono fini a se stesse e quindi spesso mancano di questa solidità strutturale e possono essere più simili a un gioco o al collezionismo”.