Nel 2025, come ormai sappiamo bene, scatterà il nuovo scalino per i limiti di emissioni di CO2 per le auto vendute in Europa. Questo significa che le flotte dei singoli venditori dovranno inquinare sensibilmente meno rispetto al limite imposto nel 2023, con il target che ora sarà a quota 93,6 grammi di CO2 per km.
Alcuni costruttori sono già sulla buona strada, altri dovranno faticare di più per restare in regola, e l’ICCT, International Council on Clean Transportation, ha redatto uno studio che analizza le differenze tra i vecchi e i nuovi limiti, e quanto di conseguenza i costruttori dovranno aumentare le vendite di auto elettriche.
Iniziamo col dire che la media tra tutte le case mostra la necessità di un aumento delle vendite del 12%, passando da una media del 16% al 28% di tutte le vendite. Questo perché la riduzione media delle emissioni necessaria è della stessa entità: per passare da 107 grammi a circa 94 grammi devono calare del 12%.
Dal grafico qui sopra è subito evidente che Volvo è l’unica casa che è già ampiamente all’interno delle nuove regole, e potrebbe addirittura aumentare le sue emissioni. Questo risultato dipende dal 33% di vendite che ha già in elettrico sul totale, aiutate anche dal 31% di ibride plug-in.
Secondo le stime dell’ICCT, le proiezioni di vendita per il 2025 mettono in una buona situazione Stellantis, che dovrebbe aumentare la quota di elettrico dal 12% al 20%, così come Kia e BMW. Grazie alla quota di ibrido Toyota deve salire solo al 16% di auto elettriche, ma con un salto discreto, partendo da solo 3%, a causa della mancanza di modelli elettrici nella sua gamma.
La situazione peggiore è quella di Ford e Volkswagen. Il costruttore americano deve passare dal 5% al 23%, un +18% che la casa dell’Ovale Blu spera di ottenere grazie al nuovo Explorer EV (qui la nostra prova) e l’imminente Capri EV. La quota di elettrico da cui parte Volkswagen è più alta, il 13%, ma data la scarsa vendita di plug-in rispetto a Ford, ed una base termica con emissioni più elevate, dovrebbe spingersi fino al 30% di elettriche.
Secondo l’Head of Europe, Peter Mock, l’analisi è comunque conservativa, tenendo presente lo scenario peggiore. Il manager è inoltre consapevole dei “trucchi” che i costruttori potranno mettere in campo per raggiungere le quote necessarie: “In realtà, le vendite BEV saranno più basse perché gli OEM ricorreranno anche ad altre misure (e trucchi)“. Il riferimento è sicuramente alle auto-immatricolazioni, usate per raggiungere i target, o ad altri scenari, come la creazione di flotte di car sharing con migliaia di auto immatricolate ogni volta.
Inoltre le singole case potranno decidere di variare le strategie utilizzando anche ibrido e ibrido plug-in per mitigare le relative posizioni. Resta sempre la possibilità di creare pool condivisi di emissioni con altri costruttori virtuosi – solitamente a fronte di un pagamento in denaro – ed ovviamente Tesla è la prima indiziata a poter svolgere questo ruolo.