Le azioni Apple e Tesla sono crollate a causa delle crescenti preoccupazioni legate ai ritardi che si stanno verificando nelle rispettive linee di produzione in Cina. Nel caso di Apple, abbiamo avuto il maggiore ribasso da giugno 2021, mentre le azioni di Tesla sono scese del 73% rispetto al massimo storico che si era avuto a novembre 2021.
Le autorità cinesi hanno predisposto nuovi lockdown dopo l’impennata di contagi da Covid-19 registrata nelle ultime settimane. Anche se il numero di morti dichiarate rimane molto basso, decine di migliaia di nuovi contagi sono state rilevate in Cina. Le autorità hanno annunciato che revocheranno le rigide regole di quarantena per i viaggiatori l’8 gennaio, un segnale positivo per molti investitori, che individuano nella facilità negli spostamenti un segnale per la ripresa delle catene di approvvigionamento in vista del nuovo anno.
Gli analisti affermano che servirà molto tempo perché le linee di produzione riprendano a operare ai regimi necessari. “Le fabbriche sperimenteranno la carenza di manodopera per almeno 4-6 settimane” ha affermato Simon Baptist, capo economista dell’Intelligence Unit dell’Economist. Inoltre “la maggior parte dei lavoratori migranti tornerà ai propri villaggi d’origine per il capodanno lunare alla fine di gennaio”. E ancora: “Sembra improbabile che la produzione torni alla normalità in Cina prima della fine di febbraio” (fonte: BBC).
Per quanto riguarda Apple, il centro di produzione più colpito è quello di Foxconn a Zhangzhou noto anche come “iPhone City”. Questa situazione ha comportato una riduzione dell’11% per quanto riguarda il fatturato di Apple nel mese di novembre rispetto allo stesso mese del 2021. Anche lo stabilimento di produzione di Tesla a Shanghai ha visto una frenata nella produzione a causa dell’aumento delle infezioni da Covid in Cina. Tuttavia, la casa automobilistica non ha commentato ufficialmente la notizia.
Allo stesso tempo, le restrizioni in Cina non sono l’unico motivo di preoccupazione per le borse, che temono anche ulteriori aumenti ai tassi di interesse, un rallentamento dell’economia globale e le conseguenze della guerra in corso in Ucraina.